Commenti rilasciati da Aemilius

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Gioco Preferito Hollywood Hijinx
Commenti 32
Voti 27
Henry's House
05-12-2023 ore 18:47
Un classico assoluto, di quelli che con pochi elementi evocano un mondo: ormai a 40 anni di distanza il gameplay rimane godibilissimo e la grafica hires ha mantenuto intatto il suo gusto caramelloso. Henry's House è il tipico gioco che ti fa dire "Ancora un'altra partita", solo per il gusto di vedere come sarà fatta la stanza successiva.
Saboteur
25-08-2017 ore 08:23
La cosa che più mi colpì di questo gioco fu l'uso minimale del sonoro, i passi nella stiva della nave sembravano davvero rimbombare come colpi sul metallo. Per il resto la derivazione Spectrum è davvero evidente, pure troppo. Uno dei pochissimi giochi dell'epoca in cui la versione per Plus/4 era migliore.
Living Daylights, The
15-12-2014 ore 04:21
Non male questo mix tra platform game e gioco di tiro alla Operation Wolf. Grafica piacevole, 3 livelli di scrolling e la bella versione della title track arricchiscono un'azione di gioco persino troppo lineare. Fra tanti Tie-in indecenti una piccola eccezione alla regola.
Delta
22-11-2014 ore 15:13
Tecnicamente molto valido, ma mortalmente difficile come quasi tutti i giochi di Fasoulas. Personalmente ho sempre trovato Armalyte due tacche superiore, sia per grafica che per giocabilità. Strepitoso il loader di Rob Hubbard con la possibilità di mixare diverse parti per la colonna sonora.
Zagor: La Fortezza Di Smirnoff
29-06-2013 ore 18:26
Venticinque anni dopo c'è ancora da imparare da una piccola grande casa editrice come la Systems, che ebbe l'idea di portare sul Commodore 64 i principali fumetti italiani come Zagor e Dylan Dog.
Popeye II
29-04-2012 ore 19:32
Un arcade platform piuttosto simile a Donkey Kong. Si parte dal basso e si risale verso l'alto dove Bluto tiene ostaggio la nostra Olivia. Gli sprite grandi e la grafica tutto sommato dettagliata si uniscono a un'ottima musica. Purtroppo la difficoltà non è ben calibrata: il gioco è esageratamente difficile e senza il trainer diventa quasi impossibile.
Thomas Bradly (I Due Cugini, Un Furto d'Arte e Il Testimone)
28-04-2012 ore 00:25
Fra tutte le avventure italiane uscite negli anni Ottanta quelle di Sandro Certi e Franco Toldi pubblicate da Systems erano forse le più raffinate, con un parser meno elementare del solito, testi curati e storie intriganti. Lo stesso schema colore scelto, caratteri blu su sfondo grigio chiaro, quasi sempre in totale assenza di immagini, richiamava volutamente i grandi giochi anglosassoni puramente testuali.
Rocky Horror Show (Versione Europea), The
20-04-2012 ore 21:06
All'epoca avevo un C128 e ricordo molto bene che questo fu forse l'unico videogioco ad avere una versione specifica per il fratellone maggiore del Commodore 64. Qui c'è un confronto tra le due versioni. LINK
Battle of Britain (Italiano)
17-04-2012 ore 23:38
A metà degli anni Ottanta il gruppo editoriale Jackson fece uscire in edicola alcuni giochi originali su cassetta, con un atto di coraggio nei confronti delle decine di raccolte pirata. Acquistai Battle of Britain attirato dall'ambientazione e il gioco non deluse le mie aspettative nel suo ben calibrato mix di strategia e azione. Ottima, come sempre, la musica di Rob Hubbard.
One on One
15-04-2012 ore 23:30
Una vera pietra miliare e una delle licenze meglio sfruttate di tutta la storia dei videogiochi. Dava la sensazione, con solo una leva a 8 direzioni e un joystick, di poter controllare al 100% il giocatore.
Mago Merlino
13-04-2012 ore 21:26
Terribile come quasi tutti i giochi della Softgraf (quasi?). Il fondale e gli sprite sono decenti, ma la dinamica di gioco è mortalmente noiosa. Poco più di una demo, ma su CSDb c'è addirittura il crack con gente che si vantava di averlo sprotetto...
Pooyan
14-10-2011 ore 15:03
Un gioco nato nell'epoca d'oro del casual gaming, quando i concept lontani dalla norma erano all'ordine del giorno. I tre porcellini impegnati a sparare a dei lupi che si calano con dei palloncini! Divertentissimo in originale, ben convertito e "magnetico" come solo i giochi dell'epoca sapevano essere.
Defender Of The Crown
14-10-2011 ore 14:26
Defender of the Crown è stato una pietra miliare nella storia dei videogiochi, l'intuizione che il genere cinematografico e quello videoludico erano destinati a fondersi e che era possibile ambire a qualcosa di più coinvolgente e completo di Asteroids. La versione per C64 è sorprendente nella sua completezza, davvero non fa rimpiangere quella Amiga, che fu una delle "killer application" del 16 bit Commodore.
Wacky Races
26-06-2011 ore 20:40
La licenza poteva essere sfruttata meglio, ma la cosa veramente impressionante è pensare che nel 1992 il Commodore 64 avesse ancora un mercato sufficiente a giustificare i costi di acquisizione di una franchise famosa come quella di Hanna-Barbera.
Pale Moon
17-02-2011 ore 22:05
Un gioco terrificante sotto tutti i punti di vista (musica, grafica, animazioni, sistema di controllo) e orribilmente frustrante. Ma con un suo inesplicabile fascino.
Miner 2049'er
18-01-2011 ore 22:34
Uno dei platform game più famosi della storia dei videogiochi, nato nel 1983 su piattaforma Atari 400 e poi emigrato su praticamente tutti i computer e le console dell'epoca. E' divertente in modo diabolico, il classico gioco da "una partita e poi smetto" su cui perdere intere giornate.
Alchimia
29-12-2010 ore 21:21
I giochi della Softgraf erano talmente orripilanti da raggiungere il sublime. Questo non fa eccezione.
Mancopter
12-12-2010 ore 21:43
Un gioiellino, specialmente se si pensa che fu programmato nel 1984. Scrolling parallattico, animazioni di contorno, azione frenetica e giocabilità ai massimi livelli.
Mystery of Silver Mountain, The
11-12-2010 ore 20:27
@Woodstock: eheh, adesso non ne ho proprio il tempo :-) Se lo giochi fammi sapere che esperienza è...
Mystery of Silver Mountain, The
07-12-2010 ore 22:46
Rabbia e sconcerto! Passai giorni e giorni a battere il listato della traduzione italiana dal primo numero di Adventure 64 della Sipe, ma era bacato e non riuscii mai a giocarci.
Kwah?
28-11-2010 ore 23:31
Il gioco univa due delle mie più grandi passioni: le avventure testuali e i fumetti. Dal punto di vista della grafica è spettacolare, ma il parser e l'interattività sono scarsini. Peccato, perché le possibilità non sarebbero mancate, visto che la Melbourne House poco tempo prima sfornò Sherlock e The Hobbit. Evidentemente la memoria di un 8 bit non consentiva molto altro, ma l'esperimento (preceduto dal meno notevole RedHawk) rimane notevole.
Rendez Vous con Halley
28-11-2010 ore 23:05
Nel 1986 la Cometa di Halley tornò nei pressi del nostro pianeta e la software house genovese Arscom dedicò all'evento questo one-shot da edicola, suddiviso in quattro avventure collegate tra loro. Parser limitatissimo, come al solito, ma l'atmosfera è avvincente e la grafica molto più curata del solito. A mio parere l'apice assoluto della produzione di Roberto Tabacco e Hans Piu.
Charlie Deus
22-11-2010 ore 23:06
Un altro piccolo capolavoro italiano di quel maestro che fu Marcello Giombini, straordinario musicista e autore di avventure sempre intriganti (Etrusk, su tutte). Aggiungerei tra i giochi simili anche Red Hawk e Kwah! della Beam Software.
Neuromancer
22-11-2010 ore 22:58
Un gioco veramente eccezionale, che unisce il meglio del gioco di ruolo, dell'hacking game e dell'avventura punta e clicca. La profondità della trama e la sensazione di coinvolgimento per l'epoca erano straordinarie. Lo acquistai originale e riuscii a finirlo, dopo una sessione di gioco interminabile. Eccezionali grafica e presentazione.
Dust Hanter V: Ultimo Atto
22-11-2010 ore 22:43
@Roberto: il lavoro che fai è straordinario, ci mancherebbe altro, e in tutto si comprende il rispetto e la volontà di documentazione storica. Volevo solo spiegare, da testimone diretto, che il successo che ebbero all'epoca e il buon ricordo che i giochi Arscom lasciano ancora oggi negli appassionati non sono ascrivibili al solo effetto "nostalgia". La caccia al verbo ora è inammissibile, trent'anni fa - volenti o nolenti - faceva parte del gioco, tanto che il parser della Infocom era il vero vantaggio tecnologico della casa e ci fu grande scalpore quando la Magnetic Scrolls riuscì ad eguagliarlo con The Pawn. Però nei paesi anglosassoni anche le avventure di Scott Adams o della Datasoft, che non erano poi molto al di sopra di quelle della Arscom dal punto di vista dell'intelligenza artificiale, erano vendutissime e avevano grande successo. Roberto Tabacco e Hans Piu (che purtroppo da una veloce Google Search risulta scomparso, mentre nulla si sa del primo), creavano prodotti sicuramente imperfetti, ma che ebbero un impatto unico sulla comunità di appassionati. Grazie a loro, dunque, ma grazie anche a voi che ne preservate il lavoro e la memoria.
Spike's Peak
20-11-2010 ore 23:23
Un gioco molto brutto e molto frustrante, inutilmente difficile, per certi versi oserei dire maligno. Da evitare con cura.
Dust Hanter V: Ultimo Atto
19-11-2010 ore 23:04
Non voglio difendere a oltranza giochi che dal punto di vista tecnico mostrano, oggi, tutti i loro limiti, né fare il nostalgico a oltranza. Provo a spiegare perché questi videogame, ebbero, all'epoca, un buon successo. Innanzi tutto non esistevano, praticamente, giochi in italiano e l'inglese spesso non era un'opzione praticabile, a meno di lunghissime sessioni di dizionario. Il fatto che ci fosse una parte di ragionamento, e che il sistema di input fosse la tastiera, li rendeva meno "stupidi" agli occhi dei genitori. Si ricordi che eravamo all'aba dell'home computing e, anzi, ricordo con piacere di avere giocato parecchie di queste avventure insieme a mia madre. Pare assurdo ma la "caccia al verbo", in realtà, era parte del divertimento di "battere" il computer. L'effetto, straniante, è un po' quello che ha documentato J.J.Abrams nella famosa scena di Lost in cui i vari personaggi si trovano a dover inserire una sequenza di numeri in un terminale per non fare finire il mondo. In realtà già il fatto che il computer "capisse" alcuni comandi e facesse progredire la storia poteva essere considerata fantascienza per i canoni dell'epoca... Le riviste che accompagnavano i giochi, in genere, erano la parte migliore dell'esperienza utente. Le storie, per quanto pesantemente ispirate alla cultura pop dell'epoca (Dust Hanter è un ricalco delle atmosfere di Blade Runner, Jack Byteson è un clone di Indiana Jones, Il Segreto della Fenice richiama D&D e così via) proprio per questo erano accattivanti agli occhi di un adolescente. Come non apprezzare l'erotismo delle illustrazioni aerografate? Era la pulp fiction dell'era digitale, insomma. Letteratura popolare sconclusionata, scollacciata e con l'irresistibile fascino della serialità. Arte? Forse no, e chissà se ci sarà mai un Quentin Tarantino a conferire dignità al tutto. Ma quanto basta, credo, per ricordare gli autori di questi giochi come pionieri e innovatori. Addio Hans Piu, e grazie.
Mutants
14-11-2010 ore 19:32
Il gioco in se è originale, ma non memorabile. Ciò che fa la differenza è la colonna sonora di Fred Gray, uno dei più grandi compositori che si sono esercitati sull'8 bit Commodore. Pochi minuti sulle montagne russe del SID che valgono il prezzo pieno del biglietto.
Haakon: La Contea di Erik
13-11-2010 ore 20:43
Quando la Arscom lasciò la Edisoft per mettersi in proprio gli oneri creativi vennero assunti da altri programmatori, devo dire altrettanto bravi. Avendo a disposizione solo un parser in Basic, con brevi routine in linguaggio macchina per visualizzare le immagini, le ambientazioni, i personaggi e le trame introduttive contenute nella rivista diventavano fondamentali per catapultarti nella storia. Haakon è uno dei nuovi personaggi meglio riusciti. Peccato solo che durò poco...
Sherlock
13-11-2010 ore 00:41
A pieno titolo una pietra miliare nella storia delle avventure, uno di quei giochi 8 bit che devi avere giocato almeno una volta nella vita per poter esclamare "Come hanno fatto a stipare tante cose in un gioco su nastro?". Allo stesso tempo un gioco talmente difficile e pieno di bachi che ancora oggi genera infinita frustrazione. Attenzione: è difficile all'inverosimile, e quasi impossibile finirlo, persino con la soluzione. L'interazione con i personaggi non giocanti mutua la tecnologia (e le falle) dalla serie dello Hobbit. Marginale quanto indimenticabile la musica, un terzetto d'archi sintetici che si ripete in un sei ottavi ossessivo e struggente. SAY TO WATSON "HELLO"...
Sherlock: The Riddle of the Crown Jewels
12-11-2010 ore 23:58
A suo tempo lo comprai dalla mitica Lago, ma ero veramente troppo scarso e c'era pure un baco, se non ricordo male. Comunque uno degli ultimi sfortunati tentativi della Infocom di rivitalizzare le avventure testuali con un personaggio di sicuro fascino. I "feelies" della confezione erano davvero ben fatti, ricordo il portachiavi (che purtroppo ho perduto), la mappa e la copia del "Thames". Una curiosità: l'autore è Bob Bates, che lo scrisse come programmatore esterno e quindi andò a fondare la Legend, oggi defunta, ma che i più ricordano per Unreal II.
Hollywood Hijinx
06-11-2010 ore 00:38
Una delle avventure testuali della Infocom meno considerate, ma a mio parere più divertenti. E' una caccia al tesoro ambientata nella villa di uno zio, attore dell'epoca d'oro dei B-Movies hollywoodiani. Gli enigmi sono impegnativi ma mai insormontabili e il limite di mosse (tutto deve svolgersi in una notte) rende la sfida più avvincente. Il finale, se non ricordo male, lasciava aperta la possibilità di un sequel...
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