La prima avventura seriale italiana si presenta con qualche incertezza a partire
dal flickering nella routine di split-screen che accompagnerà gran parte della
produzione a seguire. Una pianta rossa che se presa si polverizza ma continua
a riapparire come se nulla fosse, un sistema di enigmi svincolato dalla logica
che costringe il giocatore a sottoporsi ad una inevitabile procedura di trial and
error. Stanze bloccate da enormi pietre dalle quali non si può più uscire
secondo una descrizione che però si rivela non veritiera consentendo al
contrario di continuare tranquillamente a spostarsi utilizzando i punti cardinali.
Il suggerimento di riprendere il pugnale quando in realtà è stato già preso. Il
respawn forsennato di scorpioni. Sorvolando su questi peccati di gioventù,
resta il piacere di scoprire o riscoprire un pezzo di storia informatica italiana.
Apprezzabile l'idea di includere nella rivista avventure con livelli di difficoltà
diversi per cercare di accontentare qualsiasi fascia di avventuriero.
...un commento a caso!
Aquanaut
Se non fosse per il titolo "aqua" e il vedere perlomeno nelle prime schermate
la superficie della stessa sembrerebbe più di guidare un'astronave in uno
spazio / caverne aperte sullo stile di Fort Apocalypse...Andy/AEG