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Iscritto dal | 05-02-2021 |
Gioco Preferito | Maniac Mansion |
Commenti | 4 |
Voti | 6 |
Fist II: The Legend Continues
15-05-2024 ore 15:27
Non riesco ad essere d'accordo nel definire Fist II un capolavoro anche se
Zzap! fu sicuramente ingenerosa nel liquidarlo con un votaccio. E' molto
lodevole il concept ambizioso di trasformare un "semplice" picchiaduro in
un'avventura esplorativa a tema arti marziali piena di trappole e nemici
diversi, ma purtroppo nella trasposizione in gioco qualcosa è andato storto:
l'esplorazione è lenta, la mappa è confusa e sei costretto a rifare la stessa
strada più volte, e anche i combattimenti sono meno "puliti" rispetto al
predecessore. Insomma, mi da la sensazione di uno di quei giochi pubblicati
frettolosamente, prima di eventuali ritocchi che avrebbero potuto correggerne
le imperfezioni. Ma anche in questo stato è innegabile che si tratti di un gioco
con un suo fascino unico.
Mayhem in Monsterland
26-04-2024 ore 11:17
Il fatto che Mayhem passò inosservato in Italia credo sia dovuto anche al fatto che
Mayhem non fu distribuito nei negozi, ma poteva essere unicamente acquistato per posta
(Not available in any shops, recita uno degli "strilli" della pubblicità di Mayhem) inviando
un coupon pubblicato sulle due riviste inglesi per C64 che ancora sopravvivevano, cioè
Commodore Format e il "successore" di Zzap! Commodore Force. Era, insomma, un gioco
pensato per i sessantaquattristi rimasti che volevano un platform "consoloso" ma che non
potevano permettersi di giocare a Sonic o a Superfrog. E in questa ottica capisco
l'accoglienza trionfale riservata a Mayhem in UK, compreso l'esagerato 100% di
Commodore Format, visto che era stato pensato di proposito come l'ultimo "gioco evento"
per il vecchio Commodore. Insomma, per citare l'intervento di Phobos penso si possa
concludere che la differenza, anche se per una comunità piccola, Mayhem la fece.
Desert Fox
03-06-2022 ore 01:58
Beach-Head si tinge di giallo: per la precisione, del giallo delle sabbie del Nord
Africa dove un tank inglese Sherman deve salvare dei depositi dalla minaccia dei
nazisti comandati da Rommel in persona. Dopo aver scelto il livello di difficoltà tra
i cinque disponibili ci si troverà davanti una mappa con la quale si potrà dirigere
il nostro tank (indicato da un carrarmatino blu; Rommel invece è rappresentato da
una svastica rossa) verso l'obiettivo desiderato aiutandosi anche con la
radio, che permette di intercettare le trappole e i mezzi del nemico per mezzo di
campionamenti vocali molto puliti per l'epoca. Le sequenze di azione consistono in
sei sottogiochi: Ambush, dove con una mitraglietta si attraversa un canyon
cercando di centrare le bocche di fuoco nemiche; Convoy, dove bisogna difendere
un convoglio dai cacciabombardieri nemici cercando nel contempo di non colpire
gli Spitfire alleati; Minefield, con il nostro mezzo corazzato che deve uscire intero
da un campo minato; Stuka, duelli contro aerei che ricordano molto Beach-Head
per struttura e infine Tiger e Rommel, e cioè duelli contro un tank nemico: il
tank generico richiederà cinque centri per vincere, mentre Rommel dovrà essere
colpito otto volte prima che decida di issare la bandiera bianca. Da segnalare il
fatto che Desert Fox è uno dei primi giochi con un ciclo giorno/notte. Il gioco
inevitabilmente paga lo scotto della sua somiglianza con Beach-Head e un
gameplay delle fasi arcade meno pulito rispetto al capolavoro di Access; dalla sua,
però, il titolo U.S. Gold ha una certa varietà, una fase strategica piuttosto riuscita
e i sopracitati campionamenti vocali: chiunque ci abbia giocato ha ancora oggi i
vari "Stuka...Depot...Rommel!" delle intercettazioni radio in testa. E poi, come
Beach-Head, il tempo relativamente breve per portare a termine una campagna lo
rende enormemente rigiocabile...e quasi quasi torno a farmi una partita.
Times of Lore
01-06-2022 ore 05:33
La grandezza di un gioco la si vede anche dai dettagli; per la precisione, dai tanti
piccoli dettagli che Origin riuscì ad infilare in Times Of Lore: gli elementi del
background animati, i paesani che vanno in giro di giorno e si ritirano nelle loro
case a riposare la notte, gli effetti sonori che variano a seconda della locazione in
cui ci si trova o ancora il sopracitato ciclo giorno/notte, tutti elementi che danno al
gioco una sensazione che, almeno per l'epoca, poteva essere definita quasi
realistica. Il gioco in quanto tale è un action con elementi RPG dove il nostro eroe
- la scelta, puramente estetica, è tra un cavaliere, una valchiria e un barbaro -
dovrà farsi strada tra orchi, scheletri, banditi e altri mostri per scoprire i segreti
del mondo di Albareth. Mondo che è vastissimo, pieno di sorprese e piacevolissimo
da esplorare grazie ad un'interfaccia snella ed amichevole, per quanto all'inizio il
nostro eroe sia un pò lento. Times Of Lore è un'altra testimonianza che lo slogan
di Origin, "We Create Worlds", non era affatto un'esagerazione.