La produzione di videogiochi per Commodore 64 è costellata da una miriade di titoli tanto oscuri quanto insignificanti.
Krypton appartiene a pieno titolo a questa categoria; la sostanza con cui dobbiamo confrontarci è davvero poca se non addirittura inesistente. Nulla di ufficiale è noto riguardo ai programmatori mentre la Software House ACE (Advanced Computer Enterteinment) ha al suo attivo una manciata di pubblicazioni. Tutte dello stesso, infimo, livello qualitativo. Non stupisce più di tanto che sia sparita nelle nebbie del tempo.
Vi sarebbe perciò più di un motivo per trascurare questa uscita tuttavia, anche se la mancanza di dati concreti costringe a fare leva unicamente allo spirito di osservazione, un analisi un pò approfondita potrebbe mettere in rilievo qualche elemento di interesse.
Pur in mancanza di riscontri certi pare evidente che Krypton sia opera dei fratelli David e Richard Darling; il loro modus operandi è riconoscibile tanto dalla schermata introduttiva del gioco - la stessa che ritroveremo nelle successive produzioni targate Mastertronic quanto dall'utilizzo del Games Creator, da loro stessi realizzato. Ad una rapida occhiata superficiale, i giochi pubblicati da ACE (Mind Control, Westworld e pochi altri) sono tutti assemblati con il medesimo Kit, realizzati probabilmente prima ancora che questo venisse effettivamente pubblicato, nel 1984, da Mastertronic.
Richard e David non sono probabilmente conosciuti quanto altre celebri coppie di fratelli (i Rowlands o i West), ciononostante, il loro impatto sull'industria non andrebbe sottovalutato. Precocissimi, i Darling entrarono nel business ad appena 16 anni facendo il loro debutto proprio con ACE (Dark Star, Magic Carpet e il già citato Mind Control) e dopo la sparizione di quest'ultima vanno a formare l'ossatura della neonata Mastertronic.
I giochi realizzati dai Darling erano perfetti per la filosofia dell'Azienda fondata nel 1983 da Martin Alper, Frank Herman (R.I.P. - 2009) e Alan Sharam. Il loro marketing prevedeva infatti la pubblicazione di titoli minimali e dalle poche pretese, da mettere insieme velocemente e vendere al prezzo budget di 1,99 Sterline.
Passando per Krypton, dunque, David e Richard faranno parecchia strada fino a fondare Codemasters, dopodichè venderanno tutte le azioni della società per ritirarsi infine a fare la vita dei nababbi bullandosi con il pomposo titolo onorifico di "Commanders of the Order of the British Empire (CBE)". assegnata loro dalla Corona Inglese per il loro servizio all'industria del software.
Una situazione diamettralmente opposta alla realtà italiana, dove il rapporto tra gli organi statali ed un settore economico moderno e con grosse potenzialità era controverso, se non velatamente ostile.
L'ispirazione per il personaggio principale attinge chiaramente dal super-eroe per antomasia, Superman, al quale non si fa riferimento in maniera esplicita probabilmente per una questione di diritti.
Nonostante i canonici strilli di marketing presenti in copertina che ne declamano le qualità - Sensazionale sintesi sonora, grafica ad altra risoluzione, scrolling ultra-fluido, multilivello, eccetera - il gioco in sé fa della miseria la propria caratteristica principale né mantiene ciò che promette. Certamente è vero che ci sono più livelli ma si sono dimenticati di dire che sono tutti identici.
L'uomo d'Acciaio è intirizzito come un baccalà, i nemici arrivano come mossi dal nastro trasportare di una fabbrica mentre si aspetta una sopresa o una intuizione che però non arriverà mai.
L'assunto è poi risibile, salvare la pulzella (Lois Lane o chi ne fa le veci) che si getta da un grattacielo. Krypton si rivela trascurabile nonostante il prezzo budget e gli standard del 1984. Un gioco che non ha alcun motivo di esistere per il consumatore finale ma ne ha solo per gli autori come facile mezzo per gettare in pasto un personaggio ammicante ad un mercato particolarmente ricettivo.
La kryptonite sta a Superman come Krypton sta al videogiocatore e questi farebbe bene a starne alla larga.