Alle volte un gioco può ingannarci negli intenti, ad esempio nel metodo d’avanzamento dei quadri. Uno scopo classico nei videogames come sparare a più non posso contro fastidiosi UFO nello spazio non è il nostro principale obiettivo. Quindi con tale premessa il nostro Luigi Recanatese reinventa Space Invaders (Taito, 1978) dotandolo di diversa finalità: non dobbiamo blastare alieni per vincere, lo si può fare per punteggio, ma dobbiamo individuare una casella nascosta in alto sullo schermo da colpire con il nostro bullet. Per comprendere il punto giusto non avremo altro metodo che la fortuna e l’esclusione delle altre posizioni che si riempiranno di pallottole se il nostro fuoco supererà l’ostacolo costante degli UFO. Questi infatti si rigenerano continuamente andando anche ad abbassarsi di quota. Non ultimo avremo anche un tempo limite scandito dalla diminuzione della barra verticale posta alla destra dello schermo. Graficamente monocromatrico ma in alta risoluzione con alieni dall’aspetto minuscolo ma definito, mentre qualcosa di meglio poteva essere scelto per il nostro cannone. Come audio è presente unicamente qualche effetto sonoro e nulla più. La velocità e fluidità di gioco sono notevoli e pertanto se lo si vede come arcade vecchio stampo è un buon titolo che non ha momenti di pausa anche quando si perde, ripartiremo velocemente con un'altra partita.
...un commento a caso!
Armalyte il migliore shoot'em up?? Ma avete mai giocato ad Enforcer di Trenz? Che sia stato il precurse, possiamo anche essere d'accordo, che sia il migliore ne dubito.. Pure l'italianissimo Catalypse a me pare migliore.....Gamer
"È familiare e al tempo stesso eccitante, come la cola al limone!" (cit. I Simpson).
Dal coin-op Elevetor Action prende lo schema base, ma mentre nel gioco Taito lo scopo era semplicemente scendere dall'ultimo piano fino
al piano terra ... leggi »Alpiñolo