Ogni videogioco ha una sua storia, dalla sua genesi alla sua uscita, l’autore potrebbe indicarci il suo lavoro, le strade percorse per realizzarlo. Se tutto quanto fosse immortalato nelle pagine di un libro, quanti ce ne sarebbero di volumi per raccontarci tutti i titoli usciti per C64? Forse nemmeno la più grande biblioteca al mondo potrebbe racchiudere tutto. Ma mettiamo che percorrendo un lungo scaffale ci trovassimo di fronte ad un piccolo libricino, con pochissime pagine, tutto quello che si sa è stato messo in parole, beh quello che avremmo tra le mani potrebbe essere Planet Rover. Sulla rete se ne sa davvero poco, dell’autore men che meno. Probabilmente ha realizzato solo questo titolo e sempre abbastanza realisticamente pubblicato in un territorio limitato, se non magari solo a spese personali. Eppure il gioco è programmato bene, con interessanti aspetti nel gameplay, un vero peccato che non sia stato un trampolino di lancio per il nostro Sig. Husch per una carriera da programmatore di videogiochi di fama mondiale. A diffondere la sua opera ci ha pensato però la nostra edicola italiana, affamata di opere magari acquistate in qualche fiera fuori confine, dove il solo denaro per una copia ripaga l’autore dei suoi sforzi mentre da noi ci giocheranno in migliaia di persone pagando altra mano. Io lo acquistai così, il mio primo “Special Program”, il numero 5, che allora mi sembrava una rivista seria e di spessore per i contenuti riportati nelle sue pagine. Il gioco aveva preso il nome di Leopard e lo apprezzai molto nel periodo in cui uscì. Trattasi di uno sparatutto a tema carri armati con trama futuristica. Con il nostro cingolato dobbiamo salvare delle persone sparse nel territorio distruggendo, al contempo, delle tossiche centrali. Queste strutture non sono indifese, due carri armati nemici la pattugliano e ci sparano missili teleguidati, per fortuna dalla gittata limitata. Uno strano mostro si aggira anche lui per gli spazi alla ricerca degli uomini che dobbiamo salvare, deve essere eliminato se non vogliamo avere vittime sulla coscienza. Il gameplay è fluido e gli obiettivi chiari e la difficoltà cresce per ogni livello con l’aumento degli obiettivi e la loro velocità di movimento. Curato ogni aspetto del gioco, dall’arrivo della nostra astronave di supporto, atterraggio e decollo, a l’intelligenza dei nostri avversari. Il mostro tende a fuggire alla nostra vista, ma se ci facciamo troppo vicini potrebbe virare e piombarci addosso. Quello che pecca è la longevità. I primi livelli sono piacevoli, ma alla lunga non vi sono elementi di diversificazione o originalità, quindi la curva di interesse scema e dopo qualche oretta potreste dire che avete giocato a sufficienza. Un altro di quei titoli che riempiono la pancia di noi giocatori del 64, messo a metà strada tra l’eccellenza e la mediocrità di cui spesso se ne dimentica la citazione per quanto ce ne sarebbero da ricordare!
...un commento a caso!
Magic Candle, The Sicuramente uno dei migliori cloni di Ultima III mai visti. Forse meglio anche di Ultima III stesso!!!...Cezy
Questo è stato il primo dei due Jumpan con cui ho avuto modo di giocare.
Jumpman Junior è uscito poco dopo il primo capitolo (Jumpan), ma essendo il
primo su cui ho messo le mani ci sono molto più affezionato. E' uno dei giochi
degli ... leggi »Andy/AEG
Ottimo articolo… solo una nota all’Autore dell’articolo… tra i programmatori
bolognesi “pionieri” c’ero anche io: Andrea Paselli!
Con Luca Zarri e Marco Corazza ho realizzato Chuck Rock, Over The Net,
Mystere, Halley Adventure… ...Andrea Paselli