Mi stupisce che ancora non ci sia una recensione.. ci penso subito io! Siamo nel Pacifico in piena Seconda Guerra Mondiale e impersoniamo un impavido pilota americano alla guida di un caccia Hellcat in missione contro le forze giapponesi installate sulle isole vicine. Lo scopo è distruggere tutte le installazioni nemiche, oltre alle navi di supporto che pattugliano l'arcipelago. Oltre alla pura azione arcade, Wings of Fury introduce anche qualche elemento tattico-strategico: prima del decollo, possiamo scegliere come armare l’aereo, decidendo tra bombe, missili o siluri in base agli obiettivi della missione. L'ambientazione è particolare e ben resa: volando a bassa quota, vediamo l’aereo in scala maggiore, con l'oceano o il terreno dettagliato sotto di noi, il che ci permette di calcolare meglio, ad esempio, il momento giusto per sganciare le bombe. Quando invece ci alziamo in quota il campo visivo si allarga per abbracciare l'intera area e l’aereo diventa solo una piccola linea, permettendoci di valutare con facilità la posizione delle isole, delle navi e dei velivoli nemici con cui ingaggiare un dogfight. La grafica è piacevole e le animazioni sono ben realizzate, mi piace soprattutto il cambio di direzione dell’aereo. Tuttavia in presenza di troppi elementi sullo schermo si notano dei fastidiosi rallentamenti che a tratti rompono il ritmo dell’azione. La giocabilità è piuttosto impegnativa: questo è uno dei giochi che, in teoria, avrebbe dovuto entusiasmare mio babbo (appassionato di WWII e di relativi giochi ad azione arcade come Falcon Patrol e Beach Head), ma Wings of Fury richiede una precisione che lo metteva in difficoltà, soprattutto nelle fasi di bombardamento, dove lo schianto è sempre dietro l’angolo. Personalmente invece questa chicca della Brøderbund mi aveva preso per molti giorni. La colonna sonora è molto evocativa e ha proprio quell’atmosfera tipica dei vecchi film di guerra degli anni 60 tanto amati da mio babbo.
...un commento a caso!
Last Battle Effettivamente le versioni C=64 e Amiga di questo gioco sono delle schifezze immani. L'originale per Megadrive era ben altra cosa, soprattutto l'edizione giapponese nella quale erano presenti sia tutti gli effetti splatt...Wizkid
Imagine: the name of the game. Con questo fighissimo slogan la compagnia si
pubblicizzava a tutta pagina sulle varie riviste a inizio anni 80. Locandine dei
giochi curate e coinvolgenti, programmatori strapagati che giravano con le ... leggi »Andy/AEG
Ottimo articolo… solo una nota all’Autore dell’articolo… tra i programmatori
bolognesi “pionieri” c’ero anche io: Andrea Paselli!
Con Luca Zarri e Marco Corazza ho realizzato Chuck Rock, Over The Net,
Mystere, Halley Adventure… ...Andrea Paselli