Prendete il calcio, dividetelo nelle sue singole componenti, buttate via quelle noiose e frullate tutto il resto. Servite in un bicchiere freddo.
Otterrete una sfiziosa bevanda che potrete consumare piacevolmente, meglio se in compagnia di amici.
Ovvero, Microprose Soccer risulta una vera e propria centrifuga pallonara che ha rappresentato, al di là di ogni ragionevole dubbio, una delle più indovinate rappresentazioni su Commodore 64 dello sport più seguito del pianeta.
Quello che merita considerazione è il modo con cui si è raggiunto questo risultato. Privo di ogni velleità simulatoria, basato su un gioco maschio fatto di scivolate chilometriche, mischie furibonde e tiri a banana, M.S. rinuncia in tutto e per tutto ad ogni principio di aderenza alla realtà per creare un microcosmo a sé stante, piegando le leggi della fisica e della distanza a proprio uso e consumo e riuscendo nell'intento di far funzionare il meccanismo alla perfezione. Parrebbe quasi di assistere ad un altro sport o ad una partita a flipper, eppure il feeling del calcio è mantenuto inalterato.
In Microprose Soccer è il ritmo a fare la parte del leone; nonostante la rudezza degli interventi non esiste il fallo e pertanto non vi sono spezzettamenti nell'azione, almeno finché la palla non varca la linea bianca che delimita il campo. Evenienza peraltro scongiurata nell'acclusa versione "Soccer all'americana", essendo qui il campo delimitato da barriere.
All'interno di questo roseo contesto si segnala però anche la presenza di alcune stonature che potrebbero indurre qualche sintomo di frustrazione.
In primis, il portiere controllato dalla CPU è tanto saponetta tra i pali quanto super-eroe nelle uscite, anche nelle squadre più deboli. Occorrerà dunque ricorrere a schemi alternativi per andare a rete, tuttavia in talune occasioni si sente l'esigenza fisica di aggirare l'estremo difensore con un dribbling ubriacante o un pallonetto ma purtroppo l'operazione risulta definitivamente impossibile.
Tra i difetti che si sarebbero potuti evitare con un pò di attenzione c'è anche la gestione del tempo, incidentalmente priva di ogni elementare barlume di intelligenza. Il tutto nel pieno rispetto della grande Verità espressa da quel santone che risponde al nome di di Vujadin Boskov, il quale asseriva senza tema di smentita che "...partita finisce quando arbitro fischia", e poco importa se ci si trova nel bel mezzo di un'azione pericolosa o, addirittura, se le palla sta beffardamente varcando la linea di porta.
Uno dei luoghi comuni più triti del calcio recita che alla fine di un campionato i torti e i favori si compensano (le bustarelle no, quelle forse no...) ma perché lasciare la possibilità ad un errore di verificarsi quando sarebbe bastato poco per evitarlo?
I puristi, fastidiosi pignoli invisi ai più, non gradiranno nemmeno la possibilità di battere un calcio d'angolo e con lo stesso giocatore involarsi in area per insaccare.
Esiste poi una situazione che ha il potere di mandare a monte una partita: può capitare che durante una delle tante aperture illuminanti che Microprose Soccer ci mette a disposizione (la "sventagliata" a banana da centro campo verso fascia per lanciare l'ala sulla fascia), la palla termini in una zona "cieca", una specie di terra di nessuno. A quel punto il risultato è cristallizzato e non resta che assistere inermi fino allo scadere del tempo mentre i giocatori avversari circondano la palla senza mai intervenire mentre i nostri restano fuori dal campo visivo.
Assolutamente degna di nota risulta la sezione relativa alle configurazioni di gioco, che consentono di cimentarsi in competizioni quali il Campionato del Mondo o di organizzare un proprio torneo personalizzato. Le squadre disponibili sono quelle del mondiale 1986, disastroso per i colori nazionali, cui è stato aggiunto l'Oman in omaggio al luogo di residenza della mamma di Jon Hare. Senza dimenticare la possibilità di modificare la sensibilità del Banana Shot o di stabilire la frequenza delle condizioni metereologiche, altra perla di innovazione introdotta da Hare e Yates.
Sebbene sia stato necessario elencare una serie di difetti in nome della rigorosità critica va però sottolineato in maniera decisa come questi restino indiscutibilmente trascurabili: Microprose Soccer è tra i giochi assurti a culto su Commodore 64 in virtù della sua immane giocabilità. E forse anche perché tutte le situazioni di gioco al limite dell'impossibile cui veniamo messi di fronte richiamano alle mente i vecchi cartoni animati giapponesi, con cui un popolo intero esorcizzava la propria insipienza calcistica mettendo sul piccolo schermo le improbabili gesta di Shingo Tamai.
Ai giorni nostri molte cose sono cambiate, con FIFA (EA) e Pro Evolution Soccer (Konami), la direzione presa è quella dell'aderenza alla realtà, e la nazionale giapponese gode di doveroso rispetto anche da parte di avversari storicamente più blasonati.
Salvo perdere comunque, ma questa è un'altra storia.