Bellissima e puntuale descrizione del gioco da
parte dell' instancabile e preciso Phobos, poco
da aggiungere se non per sottolineare che si
tratta di uno dei titoli disponibili sul quasi
equivalente Playchoice Nintendo su hardware
Atari a tempo chiamato Max-a-Flex. Rispetto
all' originale è praticamente identico, gira tutto
molto bene. Tuttavia così come la sua
controparte non abbia avuto il successo
sperato dei rivali nipponici che proprio nel 83
stavano per dominare il mercato, va detto che
agli albori del nostro amato commodorino
questo era sicuramente un titolo goloso a
differenza dei tanti troppi platform astrusi o
legnosi che abbiamo imparato ad odiare (e poi
amare?) nelle cassette da edicola. L'unica cosa
che mi infastidisce un po' per questo titolo su
hardware biscottato originale, sono i bordi che
oltre a ridurre l'area di gioco, sono stati colorati
in modo sparaflashante per riprendere
pedissequamente il colore dell'area di gioco.
Per fortuna col Vice o con un monitor TV
idoneo possiamo allargare l'area di gioco ed è
pace fatta. Mi sarebbe piaciuto provare la
versione per Atari 5200 del 2004 ma non sono
riuscito a capire se è stata in qualche modo
rilasciata o venduta su supporto fino ad
esaurimento. Ultima nota: l'autore ha fatto un
altro gioco che è considerato un vero
capolavoro sul genere giallo/ Who Dunnit che
non ho mai avuto modo di riprendere da
adulto.
Il baffuto ‘Peter the Painter’ e la sua squadra di imbianchini sono stati ingaggiati per ritinteggiare 48 abitazioni e debbono anche sbrigarsi perché come in tutto, il tempo è denaro. Un rullo, qualche pennello e in una normale casa in qualche ora si completa l’opera magari anche fischiettando o ascoltando musica. Qui le cose sono complicate… molto. Innanzi tutto qualcuno lancia dall’esterno delle mezze pinte (Flying Half-Pints) e vanno schivate o saltandole o abbassandosi al momento opportuno. In giro appariranno dalla sinistra della casa degli stupidi bidoni semoventi (Dumb Buckets) che percorrono le stanze per finire la loro corsa sulla destra, sono facilmente prevedibili ma assai fastidiosi! Oltre a loro anche personaggi odiosi e viziati come Brenda (the Brat) una ragazzina che ama imbrattarsi la mano sulla vernice fresca cosa che ci costringe a rifare il lavoro o Bucket Chucker, il disgraziato capo dei bidoni che ci insegue per farci perdere il lavoro! A nostra protezione troveremo degli oggetti utili per uscire dai guai come un bastoncino di zucchero che prenderemo e consegneremo a Brenda per distrarla o azionare un mixer (un doppio quadrato) per intrappolare Chucker il tanto che basta per allontanarsi da lui. Ad inizio gioco potremo scegliere anche tra 6 skills/livelli diversi, se il primo è quello normale, il secondo non ci fa vedere dove abbiamo passato il pennello e il terzo aggiunge anche le luci spente di tutta la casa. Gli ultimi tre gradi di difficoltà sono nello stesso ordine dei precedenti ma aggiunge la perdita di una vita se si cade o si viene colpiti dall’ascensore. Il gioco è veramente frenetico, un arcade vecchio stile difficile ma appagante, ricco di animazioni e dall’aspetto gradevole. Possono giocarci, non in contemporanea, fino a quattro giocatori con due joystick diversi. Il gameplay comprende anche un minimo di tatticismo in quanto le stanze del piano terra sono più sicure e magari si possono sfruttare per passare da un lato all’altro della magione, inoltre occorre dosare la vernice prendendo, solo quando servono, i rulli che sono disseminati nelle stanze, ai livelli più avanzati si può restare a corto di colore. Nota musicale, tutti i jingle derivano da pezzi di musica classica, il tema principale è un’opera di Peter Ilyich Tchaikovsky, ovvero: Nutcracker Suite Op. 71a, II. Dances caracteristiques.
...un commento a caso!
Frankie Goes to Hollywood Frankie Goes To Hollywood,in una parola,e' bizzarro.Lo si puo' definire una serie di sottogiochi ed un arcade adventure a fare da collante ma sarebbe riduttivo...Bella l'idea della periferia addormentata che nasconde seg...AggRoger
Divertentissima corsa contro il tempo per
superare ogni livello del gioco. Bella
grafica, ottimo sonoro, grande
giocabilita', anche una certa ironia che
non guasta. Giocateci e vi divertirete
tantissimo leggi »Alex da Parma
Ottimo articolo… solo una nota all’Autore dell’articolo… tra i programmatori
bolognesi “pionieri” c’ero anche io: Andrea Paselli!
Con Luca Zarri e Marco Corazza ho realizzato Chuck Rock, Over The Net,
Mystere, Halley Adventure… ...Andrea Paselli