Mica è Sam's Journey. È un arcade casalingo dell'83 basato su uno dei grandi
successi della Golden Age (tutt'altra concezione, possibilità tecniche e aspettative
rispetto a titoli anche solo di pochi anni dopo), nel quale la soddisfazione è
tipicamente data da cose più sottili del vedere come hanno fatto il livello spaziale
con tutti i ghirigori alieni, o quello delle fogne, o come hanno spinto l'hardware per
ricavare quello ambientato nelle periferie disagiate di Torpignattara. Cose tipo
battere il proprio record di 200 punti, o "guarda, ho trovato un modo per vincere
una vita extra se faccio questa cosa qui in un dato momento" (e qui succede), o
arrivare all'ottavo quadro – anziché al solito settimo – che ti fa annusare quella
minima variazione di gameplay, o uno schema di movimento dei nemici un po'
diverso, o succede quella tal cosa a guardar bene leggermente insolita. Giocare a
titoli del genere coi cheat rovina tutto questo discorso, è come mettere l'ananas
sulla pizza.
Mosso da curiosità, ponendomi la domanda "chissà che novità riserverà il prossimo
schermo?", sono arrivato al 22 round del primo livello (caspita, quanti round e livelli
ci saranno per completare il gioco!?). Ebbene, avanzando nel gioco, di novità ce ne
sono poche, lo schema e i nemici sono sempre gli stessi fin dal primo schermo.
Rimangono una grafica e un sonoro minimali ma efficaci e una giocabilità gradevole,
forse con una difficoltà tarata un po' troppo verso l'alto negli schermi più avanzati.
A prima vista Mr. Cool dice poco. Il tema è quello (abusato, all'epoca) di Q*bert,
per giunta in totale e spartano 2D ultraminimalista. Niente presentazioni, effetti
speciali, grafica o sonoro (composto quest'ultimo da una serie di molesti beep
messi a sottolineare gli eventi di gioco più essenziali), d'altronde siamo nel 1983
che volete. La media voto bassa su Lemon e l'assenza di commenti qui sono indizi
che fanno pensare che questo distillato di pura giocabilità d'altri tempi sia ormai
andato definitivamente dimenticato e le possibilità che venga riscoperto e
propagandato dalle truppe di archeologi infaticabilmente in azione su social e
dintorni sono basse. D'altronde anche all'epoca il recensore di Electronic Fun with
C & G vi vide superficialmente solo un Q*bert dal look di gioco fatto in BASIC,
tanto valeva aspettare le conversioni ufficiali. Incaponendosi a giocare
apparentemente contro ogni evidenza e apparenza si capisce che Oliphant scelte
di design in realtà ne ha azzeccate diverse. Ogni quadro introduce qualche
elemento diverso: piattaforme dall'esito "random" (possiamo colorarle giuste al
primo passaggio oppure no), piattaforme invisibili, ecc. Cruciale è la scelta del
momento in cui usare le pillole/asterischi a nostra disposizione, che ci permettono
pacmanianamente per un po' di mangiare le trasformate comete di passaggio. La
versione Atari 8-bit (c'è anche per Apple II e PC) è forse un pelo più giocabile e
meno frustrante per via del campo visivo credo un po' più largo. Quindi più chance
di evitare le robe che arrivano senza preavviso ai bordi senza bisogno di doparsi
col pillolone. Mi sono innamorato di questo minuscolo gioco, dalle dinamiche
semplicissime ma del tutto irresistibili, al punto che apprezzo esteticamente anche
alcune cose, tipo le molle (o quello che sono) che scendono dall'alto. Fatevi un
favore e giocateci, magari sopprimendo i moti di disgusto iniziali.
...un commento a caso!
City Killer Non male! Comunque un clone di City Connection, gioco molto popolare sul NES.....Oge
Il 64 del titolo non deve ingannare il giocatore, non è la versione ufficiale di Scramble per la nostra macchina Commodore, trattasi di una imitazione del glorioso gioco da sala uscito nel 1981 ad opera della Konami. Rispetto all'arcade qui tutto è ... leggi »Phobos
Ottimo articolo… solo una nota all’Autore dell’articolo… tra i programmatori
bolognesi “pionieri” c’ero anche io: Andrea Paselli!
Con Luca Zarri e Marco Corazza ho realizzato Chuck Rock, Over The Net,
Mystere, Halley Adventure… ...Andrea Paselli