Categoria: Articoli Esterni
L'«alfabetizzazione» informatica
Il computer a scuola: la Commodore ha due progetti...
Si chiamano «Centoscuole» e «Lucas». Hanno portato e portano centinaia di bambini e ragazzi a familiarizzare col calcolatore
L'UNITA' - Venerdì 18 Gennaio 1985 (Pagina 14)
Come si impara l'informatica in Italia? Le occasioni, per milioni di bambini, non sono molte. Eppure questa scienza è ormai considerata un'inevitabile e decisiva componente non solo del nostro futuro, ma del nostro stesso presente. Tant'è che migliaia e migliaia di ragazzini stanno già «digitando» ogni giorno con il loro piccolo computer, magari regalato loro per Natale, e inventano giochi e programmi sorprendenti. Altri vorrebbero farlo ma non sanno né come né dove. Tutti, comunque, chiedono di più ad una scuola che ha ben pochi strumenti, oggi, per far fronte a questa domanda. È dunque di non poco significato che una azienda leader nel settore dei computer, la Commodore (un'azienda che ha già installato nel nostro Paese un milione di macchine) abbia deciso di investire denaro, idee, uomini in due grandi progetti per la scuola: il progetto «Cento scuole» e il progetto «Lucas».
Il progetto «Cento scuole» riguarda effettivamente cento scuole elementari e medie in tutta Italia, alle quali sono arrivati attrezzatissimi laboratori e la possibilità di sperimentare su migliaia di bambini delle elementari l'apprendimento del linguaggio LOGO (per le medie, invece, si è scelto il più diffuso Basic). LOGO, come si sa, è un linguaggio a «dimensione bambino», un linguaggio evoluto che permette al piccolo «operatore» di programmare le attività del computer, e realizza un ambiente di apprendimento ricchissimo. Il suo creatore, Seymour Papert, ha affermato che, con questo linguaggio, il bambino si trasforma in un «epistemologo», un piccolo studioso dei problemi della conoscenza.
E accoppiando un linguaggio evoluto ad una strumentazione tecnica ricca (quattro calcolatori Commodore, memoria di massa, stampante) che il progetto «Cento scuole» sta iniziando migliaia di bambini e di adolescenti alla logica della programmazione. Ma la Commodore ha anche fatto sì che gli insegnanti, i protagonisti di questa esperienza, non rimanessero soli. Ha costituito infatti un comitato di consulenti che fornisce agli insegnanti indicazioni pedagogiche in ogni campo di applicazione. Questo comitato comprende nomi prestigiosi della cultura italiana: dal docente di pedagogia dell'università di Milano, professor Daziano, al professor Teodoro, docente di scienze dell'università di Milano, al linguista dottor Mesinese, al docente di logica dell'ateneo milanese professor Ballo, al professor Anzarello, docente di matematica all'università di Torino, ai musicologi Haus e Fabbri, al professor Marini, esperto di grafica e docente all'ateneo di Milano, al professor Mauri, docente di informatica all'università di Milano, al professor De Crescenzo dell'università di Salerno, esperto in giochi; al professor Canevaro dell'università dì Bologna, che si è occupato in particolare del problema dell'inserimento a scuola dei portatori di handicap.
A questo comitato si affianca un «nucleo operativo» di sperimentatori che forniscono il necessario supporto organizzativo al progetto.
Tutta questa struttura è in piedi perché gli insegnanti di ogni parte della penisola che aderiscono a questo progetto possano determinare con la maggiore chiarezza, sicurezza e precisione possibili i temi specifici, i metodi, l'uso degli strumenti adeguati alla loro sperimentazione. Saranno infatti gli insegnanti a scegliere «che cosa» fare. La Commodore si limita a mettere a disposizione materiali, esperti, supporto organizzativo.
Durante e al termine di questo complesso progetto, si produrranno articoli sulla base delle relazioni realizzate e si faranno circolare i programmi più validi.
Tutto questo sarà compito del nucleo operativo di coordinamento, che si preoccuperà anche di realizzare corsi di aggiornamento per i docenti impegnati nell'esperienza.
Il secondo progetto si chiama «Lucas» ed è stato organizzato dalla Commodore assieme al Centro orientamento giovani di Milano. E' un progetto in qualche modo complementare al primo, perché si pone il compito di sollecitare il dibattito sui programmi pedagogici realizzabili con l'informatica, «inventariare» il maggior numero possibile di esperienze realizzate, in questa direzione, nel nostro Paese e quelle più significative concretizzate all'estero. Infine, si propone l'elaborazione e la sperimentazione di programmi di informatica inseriti nell'insegnamento delle materie esistenti.
L'informatica e il computer, quindi, non come materia dì studio a se stante, ma come occasione per gli studenti per comprendere l'utilità della macchina, le sue potenzialità ma anche i suoi limiti e pericoli. Conoscerla, quindi, per non subirla.
Questo progetto impegna specialisti dell'informatica applicata alla didattica, docenti della scuola dell'obbligo con competenze informatiche minime e trentatré docenti di undici scuole elementari e medie inferiori di Milano e provincia che realizzano unità didattiche utilizzando laboratori attrezzati messi a disposizione dalla Commodore.
Anche qui, i linguaggi utilizzati sono LOGO e Basic.
L'obiettivo finale è duplice: primo, insegnare gradualmente la «programmazione «strutturata», quella che rende i bambini capaci di risolvere problemi anche complessi scomponendoli in tanti piccoli «sottoproblemi» e, secondo, conferire queste abilità non solo ai bambini «più svegli» o più favoriti nell'elaborazione e nell'utilizzo di queste conoscenze, ma a tutti, soprattutto a quelli più deboli che, di fronte a piccoli problemi teorici e pratici di tutti i giorni hanno difficoltà ad affrontarli, a studiarli e a risolverli.
Il progetto «Lucas» — coordinato dalla dottoressa Maria Rosa Confalonieri insegnante di lettere presso la scuola media di via Catone a Milano — è diviso per questo in tre gruppi di lavoro. Il primo, comprende studiosi affermati nel campo della didattica dell'informatica (i professori Giovanni Lariccia del CNR, Giorgio De Michelis e Giancarlo Mauri dell istituto di Cibernetica dell'università di Milano) che hanno svolto, in questo gruppo, una ricerca sui programmi di insegnamento di informatica proposti nei Paesi europei ed extraeuropei ed hanno realizzato un inventario dello stato della didattica dell'informatica nelle nostre scuole.
Il secondo gruppo, di carattere operativo, è composto da docenti delle scuole dell'obbligo con conoscenze informatiche. E' un gruppo «di cerniera» tra l'attività di ricerca teorica del primo gruppo e i docenti-sperimentatori che operano nelle classi. Provvede a tradurre le indicazioni metodologiche in unità didattiche, utilizzando software didattico messo a disposizione dalla Commodore.
Al terzo gruppo, quello degli sperimentatori, viene messa a disposizione dal secondo la pianificazione degli interventi in classe, il materiale didattico, eventuali programmi appositamente commentati e corredati da indicazioni metodologiche. A questi docenti-sperimentatori la Commodore mette a disposizione borse di studio.
Quanto sarà cambiato nella scuola italiana dopo questi due progetti realizzati dalla Commodore lo sapremo tra breve. Certo, rappresenterà un patrimonio notevole, un «prodotto ad alto valore aggiunto che l'iniziativa combinata di una grande industria privata e della scuola pubblica mettono a disposizione di tutti, in un panorama nazionale ancora scarno di esperienze computer generalizzabili di didattica dell informatica.
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