Categoria: Generale
Nel corso della storia Cinema, Letteratura e Fumetto hanno affrontato il tema della sessualità. Il videogioco (ovviamente) non poteva essere da meno...
All'inizio dell'anno il New York Times ha pubblicato una notizia curiosa che è stata prontamente ripresa dai media nostrani: "La nuova frontiera del video ad alta definizione sta mettendo in crisi l'industria dell'Hard"[1].
Pare cioè che le nuove tecnologie HD (High Definition) siano capaci di catturare fin troppo fedelmente la realtà, riproducendo in maniera impietosa anche quei piccoli difetti della pelle che normalmente passerebbero inosservati quali rughe, cellulite e smagliature.
L'ovvia conseguenza di questa situazione è che attori ed attrici devono immediatamente correre ai ripari per mascherare le loro piccole imperfezioni, facendo appello a diete ed ulteriori ritocchi, pena un decadimento dell'attrazione nei loro confronti da parte dei fruitori del genere.
Una prima considerazione da fare potrebbe consistere nel mettere in rilievo l'ipocrita intento propagandistico della notizia: l'argomento "Sesso" desta sempre grande attenzione da parte del pubblico e siccome l'informazione mainstream non può - per ovvie implicazioni morali - trattarlo esplicitamente, cerca di cogliere ogni occasione per riferirsi ad esso tirando in ballo quegli eventi che gli ruotano attorno.
E' difficile quindi non pensare a questa news come ad un ottimo pretesto per vendere più giornali, sdoganare la pornografia e al contempo diffondere la conoscenza della nuova tecnologia digitale che va venduta e dunque pubblicizzata. Un trucco che rende tutti contenti, in definitiva.
Lasciamo però da parte le considerazioni relative a quella che a nostro avviso è una subdola tecnica di marketing mascherato (il confine tra cronaca e pubblicità tende ad essere molto sfumato), e prendiamo in considerazione un altro aspetto, più spensierato, che ci viene suggerito dall'aver vissuto in prima persona gli albori dell'immagine digitale, confrontando i limiti grafici dei computer di allora con quelli attuali.
Oggi, mentre la tecnica digitale sta soppiantando quella analogica, possiamo divertirci a prendere questa notizia come pretesto per addentrarci in una rassegna di titoli scabrosi nati sul Commodore 64. La rappresentazione di nudità e scene di sesso, infatti, ha sempre fatto parte di tutte le espressioni creative ed il videogioco in genere non fa eccezione.
Su Commodore 64 ha visto la luce una lunga serie di videogame, demo e giochi di ispirazione erotica o addirittura porno, alcuni dei quali riscossero anche un discreto successo "ufficiale", come gli Strip Poker, tuttavia non mancarono titoli ben piu' torbidi e politically uncorrect.
Naturalmente ad una risoluzione di 320x200 pixel (160x200 in multicolor), la rappresentazione di argomenti proibiti ben difficilmente si prestava a soddisfare gli istinti voyeuristici dei videogiocatori per cui molto spesso l'unica funzione di tali opere era unicamente quella di evocare il piu' scostumato umorismo da taverna. Simile, per intenderci, alla comicità pecoreccia piu' spinta, tipica di un certo modo di fare Commedia Sexy all'italiana.
Per ragioni che è abbastanza facile immaginare, le Software House principali presero raramente in considerazione l'idea di realizzare giochi piccanti ma l'avvento degli Home Computer metteva a disposizione degli utenti finali macchine con grandi potenzialità ed una serie di programmatori in erba era pronta a sfruttare questa occasione, libera di dare sfogo alla propria creatività senza la necessità di scendere a compromessi.
La piega Hard-Core
Nel 1983, in un epoca in cui i pixel si contavano ad occhio nudo, Bob Carr sfidava la morale corrente con un titolo dissacrante ed anticonformista: Stroker. Descriverlo senza scendere in particolari che potrebbero rivelarsi imbarazzanti non è facile, diciamo semplicemente che si trattava di un appassionato inno all'Amore verso sé stessi: e l'eufemismo è servito.
In questo gioco il nostro alter ego virtuale non è un intrepido avventuriero o un misterioso Ninja, né tanto meno un Superagente Segretissimo quanto piuttosto un baldo quanto anonimo ragazzotto sul quale nessuno scriverà mai saggi o baserà le proprie analisi sociologiche. Eppure, Stroker, l'amante solitario e senza nome, a modo suo sfidava apertamente uno dei piu' grandi tabù del nostro secolo (e no, non alludiamo al cannibalismo e nemmeno al calzino bianco corto indossato con i sandali).
Nonostante le tematiche "forti" introdotte da Stroker, non si può fare a meno di sorridere se si guarda alla sua fattura tecnica: l'ambiente di gioco è realizzato grazie ad un misto fra caratteri PETscii e sprite espansi, vale a dire il peggio che possa mettere a disposizione il Commodore 64.
Due anni più tardi, alla veneranda età di 15 anni, il tedesco Thomas Landgraf sfornava quella che può essere considerata a tutti gli effetti una vera e propria "Olimpiade del Sesso": Sex Games.
Programmato in appena una settimana insieme al fratello e venduto per una cifra equivalente a 5 Euro a copia (circa 10 Marchi dell'epoca), raggiunse livelli di diffusione tali da fruttare al suo autore non solo un discreto gruzzoletto ma persino una discreta fama personale.
La grafica di Sex Games è piu' evoluta rispetto a quella di Stroker e i personaggi sono inquadrati nella loro interezza ed in atteggiamenti apertamente espliciti.
Nonostante questo si mantengono ben distanti da ogni pretesa di somigliare alla realtà, restando dei buffi personaggi fumettosi, con tre capelli in testa o con improbabili copricapi, sempre con un sorriso ebete stampato sulla faccia.
Se Stroker parodiava l'amore self-made, Sex Games era un'ode all'amore libero e aperto al prossimo che si manifestava in un orgia di pixel festanti.
Inutile sottolinearlo, l'ispirazione alla base di entrambi derivava da titoli spacca-joystick alla Track & Field che per essere giocati richiedevano un trattamento smodato e scandaloso del controller.
L' Erotismo
Stroker e Sex Games costituirono dunque due esempi estremi in cui l'atto sessuale era reso in maniera sfacciata ed anche per questo motivo la loro fama restò confinata tra i banchi di scuola e basata essenzialmente sul passaparola, ben lontana dalle vetrine dei negozi o dalle pagine delle riviste.
Ben altra diffusione ebbero invece prodotti quali gli imprescindibili Strip Poker, talmente conosciuti ed apprezzati, seppur per un breve periodo di tempo, da costituire quasi un genere a sé stante, ottenuto aggiungendo al Card Game classico quell'elemento di pepe in più che forniva un ulteriore pretesto per cercare la vittoria.
Nel 1984 la Artworx pubblicava appunto Strip Poker cui seguiva una serie di imitazioni tutte più o meno equivalenti dal punto di vista qualitativo quali Hollywood Poker (Golden Games), Hollywood Poker Pro (reLINE Software) e Samantha Fox Strip Poker, immancabilmente accomunati dallo sfoggio di immagini che non si distinguevano certo per qualità. Generalmente le donnine erano digitalizzate in maniera approssimativa e private di quegli ulteriori ritocchi a mano che sarebbero stati necessari a rendere meno grezza la digitalizzazione di partenza.
Una piccola eccezione era costituita dal seguito (rigorosamente non ufficiale) distribuito da Data Stream, Strip Poker II, in cui i disegni erano impreziositi da ombre e sfumature realizzate con cura rendendo il risultato finale, sebbene piu' fumettoso, anche molto più apprezzabile.
Una volta raggiunto l'apice del riconoscimento e dato vita ad una ridda di cloni, l'effimero successo di questo genere sparì così come era iniziato, nell'arco di breve tempo, senza lasciare tracce di sé.
La Scena
Altre incursioni degne di nota nel campo dell'erotismo digitale su Commodore 64 sono state effettuate da gruppi della Scena che hanno realizzato hack di giochi famosi come ad esempio Barbarian II - Porno, un simpatico atto di lesa maestà compiuto dal gruppo italiano AEG Soft nei confronti di uno dei capisaldi del videogioco per Commodore 64. Si trattava in realtà di una sorta di nude patch ante-litteram che consentiva di giocare Barbarian II in costume adamitico. Tuttavia molto probabilmente i migliori risultati estetici vengono indubbiamente raggiunti nelle opere realizzate dalla Scena Demo.
I soggetti preferiti sono spesso figure femminili a seno nudo, finemente realizzate e con una cura maniacale per i dettagli e per gli accostamenti di tonalità utilizzati. Spesso si faceva ricorso ad alcune tecniche grafiche non convenzionali, che via software aggiravano i limiti del colore e degli attributi imposti dal VIC-II. Alcuni esempi degni di menzione in questo senso ci vengono dal gruppo svedese Wrath Design che nel 1994 ha presentato al mondo il Demo Courtesy of Soviet in cui è possibile ammirare, tra le altre cose, due splendide figure di donna, alte due volte e mezzo lo schermo del C64 e che per essere mostrate interamente vengono fatte scrollare in verticale.
Courtesy of Soviet (after Boris Vallejo, "First Love")
Girls of '64
Una raccolta esaustiva di giochi, demo ed immagini incentrata sul lato sexy del C64 si può trovare al sito Girls of '64 (http://girls.c64.org) in cui Tony e Candy, due dei protagonisti dello Strip Poker by Artworx, fanno da cicerone al visitatore presentando e commentando in maniera scherzosa il materiale scottante.
Un fotomontaggio goliardico da me realizzato nel 2003
e poi adottato dal sito Girls of '64 per la pagina introduttiva.
Thomas Landgraf
Il gioco piu' famoso realizzato da Thomas Landgraf fu Sex Games, una spregiudicata presa in giro del genere "Decathlon" realizzata durante i ritagli di tempo tra un impegno scolastico e l'altro. Dietro il marchio Landisoft, con cui il gioco fu pubblicato, non si celava una rigorosa ed efficiente Software House teutonica ma un vivace gruppo di ragazzini formato da Thomas, dalla sua fidanzatina dell'epoca e dal fratello tredicenne. La stesura completa del gioco richiese una settimana di tempo per il codice assembly ed altre tre settimane per la grafica e le animazioni, invero piuttosto elementari, dato che il movimento era realizzato alternando appena due frame.
Sex Games veniva duplicato su cassetta e confezionato artigianalmente con etichette attaccate a mano. Vendette appena 300 copie, poi la pirateria fece il resto contribuendo a diffonderlo nel resto del mondo rendendolo un oggetto di culto.
Data la sua natura scabrosa, ovviamente non poteva passare inosservato agli occhi delle autorità e così l'agenzia governativa che vigila sui videogiochi in Germania dichiarò Sex Games moralmente pericoloso. Tale avviso non comportava nessuna pena, soltanto la notifica che era illegale vendere il gioco ad un minore di diciotto anni. Difficile non notare il risvolto ironico della faccenda se si pensa che era stato programmato da un quindicenne.
Un secondo risvolto legale si ebbe qualche anno dopo ma questa volta a difesa dell'opera: Landgraft venne convocato dalla polizia tedesca per una testimonianza poichè un pirata informatico era stato fermato e tra i programmi sequestrati figurava anche Sex Games. Thomas tuttavia preferì non testimoniare contro lo sventurato pirata, disinteressandosi di un eventuale risarcimento per il danno subito.
Viz – Virgin Games, 1991
Tie-in di un fumetto britannico per adulti, Viz vede come protagonisti tre personaggi alquanto strampalati e dai nomi improbabili in una corsa attraverso le vie della città fittizia chiamata Fulchester. Nel trio, oltre Johnny Fartpants e Biffa Bacon, spicca senza dubbio Buster Gonad, in evidenza per l'esagerata dimensione dei suoi testicoli.
Dal punto di vista ludico, Viz non introduce nessuna novità di rilievo negli schemi classici del videogioco ed a conti fatti si può catalogare senza tanti rimorsi come "Gioco di Corsa" con inframmezzate alcune, buffe, schermate di Bonus personalizzate in base al personaggio scelto all'inizio.
Dalla mediocrità generale, si salvano sia la musica di Jeroen Tel (una garanzia, del resto), sia la grafica fumettosa e colorata di Lee Ames che riprende ottimamente l'atmosfera grottesca e irriverente della Striscia.
Viz venne recensito non senza qualche imbarazzo ed autocensura dalle riviste d'oltremanica Zzap64! e Commodore Format, ottenendo in entrambi i casi giudizi poco lusinghieri per via della noiosità dell'azione e per il tremebondo sistema di caricamento su cassetta. Resta comunque uno dei giochi piu' oltraggiosamente simpatici mai partoriti per Commodore 64.
Quando gli eroi restano in mutande
Ghosts'n Goblins ci regala attimi memorabili quando il barbuto Sir Arthur viene colpito e perde l'armatura.
Questo espediente oltre a strappare un sorriso è anche geniale nell'irridere una delle usanze storiche del videogioco in uso fino a quel momento, usanza secondo cui quando si veniva colpiti si moriva direttamente o si perdeva energia. Restando nel campo delle situazioni incresciose, probabilmente ormai tutti sanno che il capolavoro di Archer MacLean, IK Plus, nasconde un bizzarro cheat-mode che si attiva premendo contemporaneamente i tasti S + E.
Il risultato e' esilarante: per un attimo i karateka perdono gli zubon ("pantaloni" in giapponese) e fissano in camera attoniti, alla maniera di Oliver Hardy.
Un impatto comico
Gli esempi potrebbero continuare ancora a lungo, specialmente se decidessimo di rivolgere la nostra attenzione anche ai titoli realizzati per altri sistemi, tra i quali sarebbe comunque delittuoso non citare almeno Custer's Revenge per Atari 2600, probabile capostipite della corrente, oppure Leisure Suit Larry, popolare serie di adventure grafiche della Sierra che tra i suoi punti di forza sfoggiava un umorismo connotato da un largo uso di doppi sensi e da situazioni al limite della liceità.
Al di là del sistema preso in esame, comunque, il minimo comune denominatore dei giochi a tema è sempre lo stesso e cioè la quasi spasmodica volontà di ricercare l'effetto comico. Spesso con successo, anche perche' occorre ricordare che la grafica ad 8 bit coincide con un periodo di ingenuità e candore della maggior parte dei videgiocatori, piu' predisposti a storie ambientate nello spazio o in caverne misteriose piuttosto che in camere da letto.
Un diversivo, forse breve, prima di tornare ad immergersi in giochi dai contenuti piu' evocativi.
Riferimenti
Revisione dell'articolo precedentemente pubblicato su Gamers 3, del luglio 2007.
L'articolo è nato per una rivista cartacea ed è stato originariamente concepito con il formato "articolo principale + box di approfondimento". Per ovvio ragioni nel presente adattamento non è stata mantenuta la composizione originale della grafica.
Link esterni
[1]Articolo originariamente comparso sul New York Times: In Raw World of Sex Movies, High Definition Could Be a View Too Real.
- Interview mit Game-Entwickler pubblicata da Der Spiegel