Per un capo firmato, lo stile estetico è tutto. Per un computer, tu preferisci una scocca brutta con dentro un hardware potente e affidabile, o una scocca fichissima con dentro ferraglia? Nell'informatica l'estetica conta, ma fino a un certo punto. Il fatto che l'A500 e il C128 (così come il 128D e l'A1000) fossero così simili esteticamente, non può farci dimenticare che erano macchine completamente diverse. Era prevedibile che, essendo prodotti da una stessa ditta, questi due computer ricevessero degli involucri simili. Tu guarda la nuova serie di Atari 8 bit prodotti dall'Atari dopo l'arrivo di Tramiel: imitano in tutto e per tutto la serie ST, eppure non hanno assolutamente nulla in comune con questi ultimi, elettronicamente. Rimanendo in tema, come non notare la somiglianza tra l'Apple II GS e la serie Mac? Macchine diversissime anche queste. Solo prodotte dalla stessa ditta.
Detto ciò, non penso che qui il problema sia la continuità, quanto piuttosto capire se i dirigenti della Commodore avessero un'idea di cosa fare, un progetto a medio-lungo termine. Perseguire la continuità con una serie di prodotti cominciata negli anni '70 e basata sul 6502, nella metà degli anni '80, mentre gli x86 e i 68000 cominciavano a sbranare il mercato, sarebbe stato (secondo me) un suicidio. Dovevano decidere che strada prendere. Presero l'Amiga, ma continuando a percorrere vicoli ciechi, a sbagliare strategie di marketing, a produrre PC, a non valorizzare il potenziale che avevano tra le mani. Spesso mi chiedo che ne sarebbe stato dell'Amiga se l'Atari fosse riuscita ad acquistarne la tecnologia al posto di Commodore.