Ricordo uno dei tanti lontani pomeriggi di oramai quasi venti anni fa (!), passando dal nostro negozio di computer fidato in cerca di novità per il C64… Io e il mio amico Marco (si ancora lui: eravamo inseparabili all’epoca…) fummo accolti dal Sig. Pietro (il proprietario del suddetto negozio) stranamente di ottimo umore (era sempre scontroso e non voleva mai caricare i giochi per farceli vedere, men che mai provare…) che ci disse che aveva appena caricato un nuovissimo gioco “spaziale”.
Stranamente, subito dopo resettò il C64 in esposizione e caricò nuovamente il tutto. Noi gli chiedemmo il perché avesse resettato il gioco e lui ci rispose che dovevamo aspettare e vedere.
Il gioco “spaziale” (in realtà uno spara e fuggi a scrolling orizzontale) in questione si chiamava Sanxion ed era l’opera prima di una nuova software house che nel giro di pochi anni si sarebbe imposta all’attenzione del mondo video-ludico come una delle migliori sul mercato: la leggendaria Thalamus.
Sanxion, come scoprimmo in seguito una volta caricato il gioco a casa, era uno spara e fuggi a scorrimento orizzontale abbastanza standard, ma aveva dalla sua, oltre alla straordinaria colonna sonora introduttiva, ad opera di un certo Rob Hubbard…anche una realizzazione tecnica decisamente sopra la media. Lo scrolling era velocissimo ed impeccabile ed era addirittura possibile, inclinando il joystick lateralmente, aumentare o diminuire la velocità della nostra navicella spaziale senza che questo causasse il minimo problema di fluidità la quale rimaneva perfetta anche a tutta manetta (davvero notevole per l’epoca).
Inoltre il gioco, opera prima dell’altrettanto leggendario Stavros Fasoulas, prevedeva la presenza di uno split screen nella parte superiore del video all’apparenza perfettamente inutile, ma che in realtà risultava fondamentale nell’economia del gioco poiché, rappresentando l’area di gioco ad una scala minore, permetteva di scorgere l’arrivo delle formazioni nemiche in anticipo rispetto allo schermo principale.
Una sorta di “radar” o scanner dunque, ma realizzato in modo davvero eccellente e molto originale, con visuale della nostra navicella, dei fondali di gioco e dei nemici dall’alto (a “volo di uccello”) mentre nella finestra principale l’inquadratura era laterale. Inoltre tutti gli sprite a video oltre che scrollare molto fluidamente erano molto colorati e ben animati con fondali caratterizzati da un livello di dettaglio e da cromatismi che prima di allora davvero raramente si erano visti. Insomma una realizzazione tecnica davvero di gran classe.
Purtroppo se da un punto di vista tecnico Sanxion era un reale capolavoro, dal punto di vista della giocabilità esso diventava semplicemente un gioco standard in quanto l’azione blastatoria, pur essendo veloce e frenetica, perdeva di mordente dopo poco tempo essendo abbastanza ripetitiva e priva di spunti particolari (bisognava praticamente sparare semplicemente a tutto quello che si muoveva evitando gli ostacoli e distruggendo i nemici nel minor tempo possibile). Una volta passato l’entusiasmo iniziale per l’ottima realizzazione grafico/sonora, ciò che rimaneva era un solido spara e fuggi che però alla lunga diventava abbastanza tedioso poichè il gioco non offriva nessun spunto degno di nota e superiore alla media degli shoot ‘em up del periodo.
Neanche la presenza di un coloratissimo quadro bonus da “sbloccare” tra un quadro e l’altro contribuiva a risollevare il livello di interesse del giocatore smaliziato. Inoltre la difficoltà era settata su standard decisamente alti ed il progredire del gioco necessitava innumerevoli tentativi richiedendo molta pazienza e “spirito di sacrificio”.
In ogni caso Sanxion appartiene di diritto, soprattutto per quel che riguarda la incredibile musica introduttiva (è la dimostrazione che l’aspetto sonoro è importante tanto quanto, se non più di quello grafico, cosa questa che le produzioni moderne sembrano aver dimenticato…), alla storia del Commodore 64 e dei video-giochi in generale e, tuttora delle volte riesco ancora ad emozionarmi caricandolo per qualche veloce partita che mi riporti indietro a quel solito pomeriggio in cui io ed il mio amico Marco ci recavamo nel nostro negozio di computer preferito in cerca di novità…