Diciamo che all'epoca avere tra le mani una cassetta di un videogioco per C64 con stampati
sopra i mitici robottoni trasformabili era qualcosa di elettrizzante, una gioia provocata dal mero
feticcio della confezione. Poi il primo caricamento, seguito dallo smarrimento di fronte ad un
primo impatto non proprio piacevole: tutto e' troppo veloce, mal calibrato, incontrollabile.
Un'ultima gioia arriva dal trovare i comandi per selezionare e far trasformare i diversi autobot e
dalla musica originale del cartoon, poi piu' nulla, il vuoto totale. Sprite dei nemici impossibili da
evitare, cosi' come le pareti contro le quali e' inevitabile scontrarsi. La sfida del gioco
dovrebbe essere quella di trovare le quattro parti di un cubo di energon, ma in realta' tutto
l'impegno si esaurisce nel cercare di controllare gli autobot che non fanno altro che schiantarsi
e morire.
Piuttosto sconfortanti gli esiti di questo gioco da parte degli (altrove più
fortunati) sviluppatori Denton. Praticamente ingiocabile a causa della
rapidità con cui ci si disintegra addosso alle pareti, si richiedono ripetute
prove per evitare collisioni non appena il transformer si solleva da
terra. Per non parlare della velocità dei nemici, quasi sempre superiore
alla nostra, che finisce inevitabilmente la corsa -e presumibilmente,
esistenza- addosso, dà un’idea di sciatteria all’insieme. Se si può
elogiare la fluidità di gioco e lo scrolling, così come sfiziose sono le
varie trasformazioni che caratterizzano la serie originaria, lo scenario
da percorrere in cerca di tasselli che ricompongano i mosaici appare
lillipuziano, alquanto noioso e blando. Il tema della serie è riconoscibile
ma ronzante.. insomma è ciò che sembra, i ritagli di tempo di chi
realizzava i coevi Shadowfire, Enigma Force ecc..
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