Alle volte una copertina può ingannare. Questo gioco della Psytronik sembra dire: “Abbiamo rifatto the Sacred Armour of Antiriad”. Manuali, disegni simili, personaggio principale quasi primitivo e la stessa schermata iniziale lo fa credere. Invece giocandoci si vede subito che c'è molto di più. Ogni cosa è ben pesata, ha un’ottima giocabilità, il movimento del personaggio e i salti danno sicurezza, i nemici difficilmente impegnano più del dovuto e solo pochi di questi riappaiono continuamente. L’inizio sembra difficile in quanto non si è armati; dobbiamo evitare i contatti e iniziare a studiare la mappa che comunque ci viene fornita nella confezione (con qualche stanza nascosta per non renderci tutto facile). Trovata la pistola il gameplay passa ad un genere più simile allo sparatutto, dove l’ottima notizia è che i nemici possono rilasciare energia o munizioni. Se la prima ci permette di subire qualche danno con noncuranza tanto qualcosa cade, i proiettili ci fanno gironzolare senza patemi in quanto si rigenerano fino a 20 unità, non restando mai a secco. Collezionarne di più serve solo a sparare più colpi veloci; arrivati a zero si rallenta la cadenza di tiro che può dare fastidio solo contro alcuni nemici più grossi. Tutto il primo livello passa via alla ricerca di alcune chiavi che sono ubicate in luoghi dove è presente un codice di tre colori. In una zona ben precisa vi sono tre sfere su altrettanti altari. Sparando su di esse si cambia il colore, questo apre un ponte dove prima era inaccessibile e possiamo andare di volta in volta a caccia dei collezionabili. Al secondo livello otterremo l’agognata armatura. Con essa, possiamo volare e dopo un altro upgrade, sparare ma sia per questo che per i due livelli successivi possiamo togliercela e andare a piedi per andare ovunque. Anzi essere vestiti di questo prodigio non ci renderà irresistibili e per taluni mostri che per alcuni frangenti andare a piedi risulta la scelta migliore. Cosa non mi è piaciuto. Morire significa ricominciare da quel mondo dove si è arrivati e con livelli così lunghi non è piacevole schiattare ad un passo dal next level. Meno entusiasmante la battaglia finale, per via della sequenza di eventi in combattimento non ben riuscita. Graficamente è vario e ben disegnato, musica più di sottofondo ma con effetti sonori in contemporanea. Insomma una piacevole scoperta che vale la pena di essere giocata.
Un piacevole platform-adventure se si è pronti ad affrontare il backtracking e un
pizzico di respawn. L'aspetto estetico sorprende: la grafica è varia e colorata e
migliora attraverso i livelli, dove stupiscono in particolare le animazioni degli sprite.
La musica è un bel motivetto minimale e atmosferico inizialmente ripetitivo, più
vario altrove.
Nel primo scenario occorre rimediare una gran quantità di chiavi dagli scrigni dei
templi, basandosi su alcune caratteristiche degli stessi e agendo alla base,
saltellando e blastando ogni cosa in movimento. Poi si procede con un pizzico di
semplificazione in più e regole non dissimili, contando su nuove caratteristiche
del personaggio. Più che la struttura del gioco a convincermi è soprattutto la
realizzazione, il gameplay è comunque apprezzabile.
SOULLESS 2 è stato pensato in modo molto peculiare, accogliendo il videogiocatore
attraverso una prima fase veramente da infarto tanto risulta alta la difficoltà, al
fronte di fasi successive sempre più semplici e concettualmente abbordabili. La
partenza potrebbe scoraggiare i più, ma se giocato in emulazione sovvengono i Save
state quindi, problema da affibbiare solo al discorso Real hardware. SOULLESS 2 è
un sontuoso gioco impacchettato in modo magistrale, ma lontano dall’essere un
capolavoro e inferiore, alla fin fine, anche al suo predecessore più snello, diretto e
divertente.
...un commento a caso!
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