Gioco da sindrome di stendhal. Desto' molto scalpore e tanto interesse nel mio
gruppetto di amici fanatici del commodore, alla sua uscita. Il personaggio
Sherlock era ancora imperniato di quell'aura fascinosa che con la frenesia
moderna si è un po' persa e sembrava calzare a pennello per un gioco di
avventura. Poi giocandoci si scopriva che c'era poca grafica, che progredire era
molto difficile anche per il nostro inglese dei tempi, oltre che per una
oggettiva difficoltà del gioco. Oggi sembra niente ma quella volta anche avere
solo un orologetto che segnava l'orario dava una sensazione particolare.
Pensavo potesse avere avuto un impatto maggiore ma pare che non abbia
lasciato molto segno nel nostro paese dove furoreggiavano i vari Jack
Byteson.
A pieno titolo una pietra miliare nella storia delle avventure, uno di quei giochi 8 bit che devi avere giocato almeno una volta nella vita per poter esclamare "Come hanno fatto a stipare tante cose in un gioco su nastro?". Allo stesso tempo un gioco talmente difficile e pieno di bachi che ancora oggi genera infinita frustrazione. Attenzione: è difficile all'inverosimile, e quasi impossibile finirlo, persino con la soluzione. L'interazione con i personaggi non giocanti mutua la tecnologia (e le falle) dalla serie dello Hobbit. Marginale quanto indimenticabile la musica, un terzetto d'archi sintetici che si ripete in un sei ottavi ossessivo e struggente. SAY TO WATSON "HELLO"...
...un commento a caso!
Secret of Monkey Island, The No, no, nooo! Ma è uno slideshow "interattivo"... eppure le schermate fisse
rendono bene, peccato, un insulto all'originale che ha fatto appassionare in
tanti alle avventure!...thecoach
Gioco della vecchia scuola, abbastanza difficile ma molto curioso, con strane stanze abitate da tanti oggetti e bizzarre creature. Il titolo è molto punitivo, uno di quei giochi che mette seriamente alla prova la pazienza. Le stanze (aule di una ...