Intervista a Francesco Chiola

Roberto 18-02-2008.
Categoria: Interviste

Francesco Chiola

Interpellare gli ex-programmatori di giochi per Commodore 64 ed invitarli a parlare dei loro trascorsi si rivela sempre un'operazione interessante e non priva di piccole sorprese, spesso anche umane. Specialmente quando si ha il piacere di trovarsi di fronte a persone che ricordano quegli anni con passione e riconoscenza, come Francesco Chiola. Francesco ha realizzato diversi giochi per Commodore 64 che possiamo riscoprire in questa intervista attraverso il suo personale ricordo.


Francesco, raccontaci qualcosa di te per cominciare.

Sono nato a Savona nel 1965 ma sono di origine abruzzese (Loreto Aprutino, Pescara) dove ho una vecchissima casa di famiglia e dove la passione per il computer è nata. Ho abitato in molte città: Savona, Bergamo, Milano, Novara, Biella ed ora, per lavoro, sono spesso a Torino dove ho una altra casa. Mi sono laureato in Scienze dell'Informazione (il C-64 è stato un incredibile "volano" per la mia vita professionale) alla Università Statale di Milano e da li ho cominciato il mio percorso professionale prima in campo informatico poi manageriale.

Com'era l'informatica, a quei tempi?

A quei tempi, parlo di una ventina di anni fa, vivevo a Novara. Studiavo e facevo il consulente informatico in una "atmosfera informatica pionieristica" dove non esisteva Internet e tutto era una scomessa e frutto di notti a studiare e scaricare quello che si trovava dalle varie BBS (mai dimenticherò la FidoNet come non la dimenticherà mio padre per le bollette che arrivavano).

Come hai deciso di iniziare ad utilizzare il Commodore 64?

Come dicevo, la passione per il C-64 nasce in Abruzzo, una estate di più di venti anni fa. Finita la maturità al liceo scientifico, mio padre si arrovellava per cercare di guidarmi nella vita e nelle scelte formative. Pensò che quello strano scatolotto grigio della Commodore poteva essere una idea per stimolare tutta quella mia energia che sembrava non trovare sbocchi nella scelta di un percorso di studi che, nella sua visione del mondo da ingegnere, non poteva che essere scientifica. Lo comprò senza dirmi niente e me lo regalò, facci quello che vuoi... giocaci, lo portiamo in Abruzzo in vacanza e magari lo studiamo insieme.

Così cominciai a studiarlo e a giocarci, ricordo che avevo un televisorino in bianco e nero e ogni tanto dovevo spegnere tutto perchè il caldo mandava il sistema in tilt. Dopo i primi programmini in basic cominciai a provare frustrazione per la lentezza ed i limiti di quel linguaggio e scoprii che POKE, PEEK e SYS facevano fare "balzi" prodigiosi allo scatolotto. Andai a Pescara e trovai un libro, lo conservo ancora, sui segreti della programmazione in linguaggio macchina 6502.

Fu amore a prima vista, totale... ancora oggi mi appassiono a tutti i linguaggi assembly e tanti poi ne studiai Z80, 68000, Z8000, Intel, 650x... Ricordo che quello che più mi intrigava era l'essenza del 6502: 2 registri, A, il carry, lo stack e poco altro... istruzioni semplici e pragmatiche. Diventai un piccolo esperto e mi iscrissi a Scienze dell'Informazione per passione del linguaggio macchina del Commodore 64 e per trovare ragazzi che condividevano questa mia vera "mania", ne trovai pochini a dire il vero mentre trovai interesse nei professori.

Siccome mancavano "sfide" in ambito universitario/professionale (poi sarebbero arrivate) capii che i videogiochi erano una buona idea. Il fatto di essere un discreto musicista e disegnatore, aiutò. Allora non c'erano tools, avevo un assemblatore ridicolo ma sapevo i vari "segreti" raccolti qua e là sulle riviste (avessi avuto Internet...) e così nacque "Lupenio".

Prendiamo spunto proprio da Lupenio per parlare un pò dei tuoi giochi.

Lupenio era un giochino semplice, parlava di un ladro che doveva rubare oggetti per finire una semplice missione. Ricordo che lo feci solo per dimostrare a me stesso che ero un buon programmatore ma, una volta finito, mi chiesi perchè non farne un piccolo business e pagarmi l'oggetto dei miei desideri, il monitor a colori della Commodore!

Studiavo a Milano e così, senza pensarci su troppo e senza nemmeno fare una telefonata, presi la metro e andai in una zona limitrofa di Milano (Famagosta) dove c'era la Systems Editoriale, famosa per le sue pubblicazioni informatiche.
Senza appuntamento, nè contatti: "Buongiorno, sono un programmatore di linguaggio macchina 6502 per C64, ho fatto un gioco e lo vendo". Trovai interesse e mi proposero un pò di soldini.

Poi feci lo stesso con la Sipe, mi proposero di più e venne pubblicato in una delle loro riviste con cassetta. Penso che il loro problema fosse quello di dimostrare che producevano anche qualcosa oltre che copiare.

Poi nacque Color Mind ancora per SIPE, prima di iniziare una collaborazione con la Systems Editoriale.

Si, "Color Mind" era una simulazione di Master Mind molto carina, sempre pubblicata da Sipe. Semplicemente una sera giocavo a Master Mind con amici e mi venne l'idea.

I contatti con Systems però continuavano e così ci accordammo per Mr. Hat, Rings'n'up ed infine Valentino. Avevo anche un mio amico che mi aiutava e ci dividavamo i compensi, lui però adorava l'Atari 800XL e ci separammo.

In che circostanze nacquero i tuoi giochi pubblicati da Systems?

Mr. Hat

Mr. Hat ebbe ispirazione dal fatto che un giorno misi un cappello gigante a Blacky (il mio amico a 4 zampe) e si vedevano le zampe ed il cappello e lui che correva come un matto. Risi talmente tanto che decisi di farne un personaggio.

Rings'n'up

Rings'n'up nacque invece da un vero problema economico personale.
La mia fidanzata di allora si era convinta della necessità di avere da parte mia un segno tangibile del mio amore, un anello. Ma i soldi scarseggiavano e le idee pure, così una sera mi venne in mente il titolo che non vuole dire nulla: Rings'n'up. O meglio vuole dire: "regala sto anello e tirati fuori da sto guaio". Lo feci, lo vendetti e ci scappò fuori il tanto desiderato anellino!

Valentino

Valentino

Valentino invece fu una vera e propria operazione "commerciale". Era uscito il Commodore Amiga ma non avevo i soldi per comprarlo e così feci un "baratto" con Systems.
Inoltre ricordo anche di (ammetto erronee) discussioni legate ad aspetti molto materiali relative al mondo femminile.
Ricordo che si poneva in ridicolo la relazione amore-regalo per conquistare una donna e di quanto fosse difficile capire che tipo di regalo fare. Così nacque Valentino.

Valentino aveva caratteristiche tecniche "elevate". Lo sprite del personaggio erano in verità due sprites sovrapposti e avevo scoperto la gestione della memoria del C64. Molti non lo sanno, ma il C64 aveva in totale veramente 64K di RAM, quello che a molti non tornava era che la presenza della parte ROM limitava i 64k di RAM. Non era così, esisteva un trucco per convertire la ROM in RAM, sovrascriverla con la parte RAM (nel caso di Valentino era caricata da disco) ed eseguirla. Il C64 era in verità un bel gioiellino, molto in avanti rispetto ai tempi.

Cosa accadde dopo la pubblicazione dei tuoi giochi?

La cosa bella di tutte le mie pubblicazioni fu l'estrema serietà di Sipe e Systems, ricordo che (anche sollecitato da mio padre) furono pagate tasse e aprii persino una partita IVA anche perchè capivo che mi sarebbe servita ad altro. Ancora oggi, nel mio curriculum, c'è un accenno a quella prima esperienza.

Poi un professore universitario si accorse di uno studente che faceva i "compiti" di assembly per i compagni di classe e mi assunse come consulente nella sua società. Programmai anni in assembly ed altro per industrie varie e divenne un lavoro, purtroppo il tempo per i videogiochi finì passando ai sistemi Intel e Unix.

Ricordo che le notti a programmare erano assistite da due care "persone": Cinzia e Blacky. Cinzia era la mia fidanzata di allora che tante serate sacrificò alla mia passione per i computer mentre Blacky era il mio amico a 4 zampe (un bastardino nero simpaticissimo che non riesco ancora a dire fosse un cane tanto era umano).

E abbiamo così scoperto l'identità di Cinzia e Blacky, citati nella schermata introduttiva di Rings'n'Up. Proseguendo nel tuo percorso umano e professionale, arriviamo ai giorni nostri...

Sì, poi arrivò la laurea e il lavoro fisso nelle industrie come informatico e capo centro EDP, per poi avere responsabilità maggiori.

Mi sono poi sposato con un altra ragazza dieci anni fa e abbiamo messo al mondo due angioletti di cui uno condivide la vecchia passione del papà per i videogiochi. Guarderemo il tuo sito insieme e gli farò vedere i miei giochi e gli altri di tempo fa.

Ora sono un manager di una multinazionale americana e programmare i computer è solo il mio hobby. Me la rido da solo quando il mio portatile ha qualche problema e il ragazzo "esperto dei computers" mi mette a posto il tutto e con aria di sufficienza me ne spiega i motivi a me "ignorante in materia": ho fatto il mio tempo ed è giusto così.

Giro il mondo: USA, Germania, Francia, Svezia... Compro ancora le riviste di informatica e di videogiochi "per il mio bambino"...

Mia moglie sa, e sorride.

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