La fama ed il successo del Commodore 64 presso i video-giocatori fu dovuta in particolare al gran numero di giochi ideati ed espressamente realizzati per sfruttare le peculiari caratteristiche tecniche del computer della casa americana; di qui l'elevato numero di giochi originali di ottima qualita' e l'esiguità, invece, delle conversioni di giochi da sala dello stesso livello presenti nella softeca commodoriana.
Furono proprio queste produzioni originali, spesso in anticipo sui tempi ed aventi caratteristiche paradigmatiche, unitamente all'abilita' e alla creativita' dei programmatori che le realizzarono a garantire al CBM64 un posto d'onore nella storia dei video-giochi.
Da questo punto di vista, un esempio tipico di questa fortunata categoria di giochi e' senza alcun dubbio The Way of exploding fist di Melbourne House, del 1985. Questo gioco puo' essere tranquillamente definito come il capostipite di un intera categoria di giochi che oggi chiamiamo "picchiaduro ad incontri" od anche "simulazione sportiva".
Si tratta infatti di uno dei primissimi esempi, sicuramente il primo in ordine di tempo sul C64, di giochi in cui due lottatori si affrontano in combattimenti corpo a corpo tentando di mandarsi al tappeto utilizzando un ampio repertorio di mosse e colpi di arti marziali (il karate in questo caso) realmente esistenti e performabili: una vera e propria simulazione insomma.
Nel gioco Melbourne House infatti, ideato e programmato da Gregg Barnett, Greg Holland per la grafica e Neil Brennan per il suono, ritroviamo tutti gli elementi fondamentali oramai presenti in tutti i giochi di questo tipo: due lottatori singoli che si affrontano in un arena, sistema di assegnazione dei punti in base alla difficoltà e spettacolarita' della mossa effettuata ed al suo tempismo da realizzarsi tramite una determinata combinazione di posizione del joystick/pressione del pulsante di gioco, avanzamento di grado in seguito alla vittoria di almeno due incontri successivi, possibilita' di giocare contro un avversario umano o contro la CPU, etc etc...
Queste caratteristiche davvero non si erano mai viste prima di allora, almeno sul C64 comunque, e quindi costituirono le premesse sulle quali un intero genere di videogiochi prese forma e si sviluppò nel tempo (lo stesso International Karate non sarebbe stato altro che uno spudorato clone migliorato del concept di base di Exploding fist, tanto per fare un esempio...).
Dal punto di vista tecnico questi elementi sono stati realizzati in modo ottimo, con animazioni fluide e credibili, forse ci sarebbe da specificare che la velocita' di gioco e' un pizzico lenta ma davvero cio' lascia il tempo che trova poiche' il tutto ha qualcosa che va' oltre il semplice gioco, qualcosa di piu' della accurata simulazione; The way of exploding fist infatti e' qualcosa di piu' profondo volendolo: esso e' una vera e' propria esperienza.
Grazie al sapiente uso dei colori pastello e alla bellezza dei fondali disegnati da G.Holland, ma soprattutto grazie ad una colonna sonora strepitosa, dai toni misteriosi e sognanti, l'immaginazione del giocatore viene assorbita completamente e quasi trasportata in un terra lontana, in un tempo remoto. Diventa quasi possibile udire nella quiete del meriggio la tensione dei lottatori che precede il combattimento, mentre sull'albero di pesco in fiore stormiscono le foglie mosse dal vento, oppure ritrovarsi sulla spiaggia asslolata di un mare lontano nella gloria del tramonto mentre si osservano gli uccelli migratori svanire all'orizzonte, cercando la concentrazione necessaria per affrontare l'ennesima sfida...
Si rimane intrappolati in questa atmosfera surreale ed onirica, dove alla fisicita' dei lottatori si oppone la ieraticita' del saggio Maestro, seduto in meditazione nella posizione del loto, mentre assiste agli incontri; dove al rumore della lotta si oppone il silenzio del Dojo o la sacralita' del tempio; davvero ci si ritrova ad assaggiare un pizzico di infinito, lo Yin e lo Yan, e ci si incammina non solo sulla via che conduce alla conquista della gloria del 10^ DAN ma, soprattutto, come insegna la millenaria Tradizione orientale, verso la saggezza.