Tetris nasce nel 1984 dalla mente dello scienziato russo Aleksej Pažitnov e dal momento in cui supera la cortina di ferro, un paio di anni più tardi, viene subito accolto anche in occidente come rivoluzionario. Non si limita ad offrire originalità: è anche semplice, facile, immediato, intuitivo tanto da riuscire persino ad ottenere un risultato non comune, quello di attirare l'interesse di quanti normalmente non si interessano di videogame.
E' uno dei pochi titoli che riesce a mettere tutti d'accordo, la cui importanza storica non viene certo scoperta oggi. La naturale conseguenza, dunque, è stata la trasposizione su tutti i sistemi immaginabili e possibili; non poteva dunque fare eccezione il Commodore 64, il quale già da tempo aveva consolidato la propria posizione tanto sul mercato quanto nel cuore degli appassionati e che nel 1987 era già entrato nella piena maturità espressiva.
Fu Mirrorsoft per prima a prendersi il gravoso compito di offrire ai 64isti la loro versione del capolavoro, affidando l'esecuzione al team di sviluppo Andromeda Software. Questa versione viene generalmente percepita dalla platea come "conversione ufficiale" mentre in realtà è noto come Pažitnov abbia rinunciato al copyright sulla sua opera. Di conseguenza, Mirrorsoft ha avuto il solo merito di gettarsi furbescamente sul nome prima di tutti gli altri.
Sebbene dal punto di vista meramente tecnico una conversione di Tetris non comporti nulla di trascendentale, però, il gruppo che si è occupato del progetto è ugualmente riuscito nell'impresa di sbagliare tutto. A dispetto di una grafica ben realizzata, seppure fuori tema, e di una colonna sonora ad alto livello, è il gioco in sé a fallire miseramente sotto tutti i punti di vista.
Nei primissimi istanti scopriamo con brivido terrore e raccapriccio di non avere alcun controllo sui blocchi (tetramini), che semplicemente scompaiono per riapparire sul fondo quando si tenta di imprimere una accelerazione al movimento discendente. Questa scelta infelice, derivata anche dalla scelta di sviluppare il gioco in Basic compilato, è la pietra tombale su ogni pretesa di giocabilità e rivela un totale disprezzo tanto verso l'originale quanto verso il raggiungimento di quel minimo di qualità che sarebbe stato lecito aspettarsi. Il mancato controllo sui pezzi, qui indegnamente realizzati con gli spazi in reverse, rende impossibile modificare la traiettoria al volo e costringe ad un notevole sforzo ogni volta che si è costretti a prendere la mira.
Stante la situazione, si può solo tristemente prendere atto di come la produzione abbia puntato tutto sugli aspetti di contorno, grafica, musica e titolo per imporsi sul mercato.
Oltre al completo fallimento strutturale vanno segnalati anche alcuni difetti che solo in apparenza sono secondari. Nell'originale i blocchi sono connotati cromaticamente in base alle loro caratteristiche; ad ogni forma corrisponde un colore, mentre nell'obbrobrio sfornato da Andromeda il colore è generato casualmente ogni volta. Questa circostanza, unitamente al mancato controllo sulla velocità di discesa dei blocchi, finisce per rendere ancora più frustrante l'esperienza complessiva. Tetris contempla la presenza di tetramini simili nell'aspetto come ad esempio quello a forma di "L", ma orientati diversamente, e che in virtù del loro angolo possono incastrarsi o meno negli strati già accumulati sul fondo. Purtroppo la scelta di adottare un colore casuale mortifica ogni immediatezza nel loro riconoscimento e rende ancora più evidente la totale assenza di rispetto verso i malcapitati acquirenti.
Impossibile inoltre non notare l'assenza dei simpatici "stacchetti" tra un livello e l'altro, delle atmosfere sovietiche e la mancata gratificazione audio/visiva allorchè viene completata più di una linea per volta. Anche facendo "Tetris", ovvero eliminando quattro righe in una volta, non è segnalato in alcun modo, le righe completate si limitano semplicemente a sparire nel nulla.
Questa versione resta controversa; apprezzata da molti e idolatrata dalla stampa specializzata, esce però indubbiamente umiliata nel confronto con l'Arcade da sala giochi o con la mitologica versione per Game Boy.