Recensione di Football Manager


Copertina di Football Manager
Editore
Addictive Games
Anno
1984
Genere
Gestionale, Calcio
Scheda gioco
Recensore
Roberto
Pubblicata il
31 agosto 2010
Voto
8/10
Media Utenti
8.65/10


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Al tempo ne mancava probabilmente la consapevolezza ma la prospettiva temporale alla fine ha reso chiaro ciò che l'assenza di prospettiva consentiva di a cogliere, ovvero trovarsi cospetto di una pietra miliare.

Ora forse sopraggiunge un vago senso di inadeguatezza allorchè ci si sorprende a pensare alla genesi del manageriale calcistico in rapporto alla sua inesorabile marcia verso l'attuale, sempre più sfrenato, realismo. Sebbene anche a scapito dell'immediatezza.

Tutto ciò potrebbe essere materia di argomentazione quando, in età senile, ci troveremo a corto di argomenti per intrattenere i nipotini. In quel lontano futuro i manageriali di calcio esisteranno ancora, saranno evolutissimi ed in grado di riprodurre ogni aspetto della realtà. Si potranno corrompere gli arbitri, dopare i giocatori, farli pedinare, truccarne i passaporti e gonfiare i bilanci. Oppure si potranno clonare 11 Maradona, permettendosi lo spregio di utilizzarne uno anche come portiere, per il solo gusto di farlo.

Ma Football Manager aveva già tutto ciò che serviva; classifiche, calcio mercato, campionati e coppe (una...) e la possibilità di allestire la formazione. Ben 7 livelli di difficoltà, da Beginner a Genius, che non facciamo fatica ad immaginare semplicisticamente determinati da un puro alteramento dell'incidenza casuale.

Dopo una intensa settimana dedicata alla gestione del lato tecnico e finanziario, il punto culminante era costituito dalla partita in sé, rappresentata attraverso la visualizzazione delle azioni salienti della gara, tutte rigorosamente simili tra loro. C'erano, sì e no, tre coreografie disponibili che si ripetevano sempre uguali allo sfinimento. Cambiava soltanto l'angolo di tiro dei giocatori eppure tutto ciò otteneva il magico effetti di riuscire tenere lo spettatore sulle spine. Grande soddisfazione poteva poi essere ricavata giocando in compagnia, consultandosi di volta in volta sulla migliore formazione da impiegare, valutando la necessità di rinforzi, per poi raccogliersi intorno alla partita vera e propria a fare il tifo insieme.

Football Manager forniva anche la possibilità di prendere confidenza con tante belle squadrette e calciatori inglesi dai nomi esotici. Kevin Keegan, per esempio, era sicuramente più suggestivo del mitologico calciatore catanzarese Massimo Palanca. L'atmosfera di un Playmouth - Stock City più evocativa rispetto a quella di un qualsiasi Empoli - Campobasso. Poi c'era il famigerato Bury che istintivamente pronunciavi "Bari"... e la poesia se ne andava. Dopo qualche tempo se si sentiva l'esigenza di utilizzare squadre italiane, sapientemente Football Manager prevedeva la possibilità di personalizzare squadre e calciatori.

A tal proposito - giova ricordarlo - va detto che erano tempi in cui non servivano i diritti per poter utilizzare i nomi reali del giocatori, i quali al massimo si producevano nella pubblicità di infime caramelle o anonimi formaggini teutonici ma non avevano contratti esclusivi di sfruttamento dell'immagine e tantomeno indossavano idiote scarpette fosforescenti.

L'unica riserva su Football Manager è relativa alla già citata incidenza della casualità, la quale riveste senza dubbio un ruolo molto importante. L'apoteosi di questa aleatorietà si ha certamente all'inizio di ogni stagione; a quel punto si dovrà rifondare ogni volta la squadra poiché non esiste il concetto di carriera per giocatori e le statistiche vengono puntualmente rigenerate. Sarà saggio vincere il campionato con più giornate di anticipo possibile e cominciare per tempo a privarsi dei giocatori più forti per rimpinzare la rosa di bidoni. Naturalmente tra il dire e il fare...

Anche il calciomercato è totalmente regolato dal caso e di volta in volta toccherà accontentarsi dell'offerta generata dal Computer, spesso inadeguata alle nostre necessità. A conti fatti la sfera di intervento del giocatore si limita alla scelta dei migliori giocatori da schierare ma le variabili da tenere in considerazione sono appena due (Abilità e Forma) e spesso ci si trovera a dover ratificare scelte scontate. A parte le ingenuità presenti, però, quello che conta resta l'idea di base la quale, non a caso, è sopravvissuta fino ai giorni nostri nonché l'assoluta efficacia di Football Manager nel fornire realmente la sensazione di poter prendere una squadra per mano e tentare di portarla al trionfo.

A meno di non essere esonerati prima.

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