Tecnicamente parlando, Task III possedeva tutti i requisiti per essere un
capolavoro: grafica meravigliosa con ottimi accostamenti cromatici, scrolling
superfluido a velocità variabile, musiche accattivanti contraddistinte da geniali
manipolazioni del SID ed effetti sonori strepitosi, tra i migliori che abbia mai udito
in un gioco per C64. I programmatori erano veramente dei ragazzi talentuosi, ed è
un peccato che non abbiano potuto esprimersi in altre creazioni. Purtroppo Task III
è minato da un livello di difficoltà davvero eccessivo. Vi dedicai parecchio tempo, e
ad un certo punto riuscivo a raggiungere l'ottavo livello (su 16 totali), ma finii
comunque col gettare la spugna. I controlli sono troppo sensibili, basta un niente
per accelerare a dismisura e impattare contro il fondale; ciò è aggravato dal design
dei livelli, pieni di passaggi stretti e nemici implacabili. Inoltre, ogni volta che si
perde una vita si deve ricominciare dall'inizio del livello e assistere a un tedioso
conteggio dei bonus. Lo scrolling è bidirezionale e la vostra navicella è in grado di
sparare in quattro direzioni, ma solo i cannoni anteriori hanno munizioni infinite:
per potenziare il proprio arsenale occorre volare attraverso dei pannelli rotanti che
hanno lo spiacevole effetto collaterale di fiondare l'astronave verso una morte quasi
certa; è possibile cambiare il bonus raffigurato su tali pannelli, ma il meccanismo è
decisamente controintuitivo (anziché sparare ai pannelli bisogna distruggere degli
alieni sferici che appaiono nelle immediate vicinanze, una scelta semplicemente
assurda). L'impressione generale è che Task III avrebbe beneficiato di una
prolungata fase di beta testing per poter limare questi difetti. Così com'è rimane un
gioco affascinante, ma destinato ad una ristretta cerchia di giocatori hardcore.
Consiglio la versione Remember, che oltre ai trainers contiene le istruzioni.
...un commento a caso!
Shadow of the Beast Ricordavo anch'io la polemica su SOTB, oziosa in quanto ciascun videogame non porta certo, per chi ci gioca, a chissà che rivelazioni trascendenti: è svago appunto. A proposito della conversione, vorrei fare un paragon...riviero
Imagine: the name of the game. Con questo fighissimo slogan la compagnia si
pubblicizzava a tutta pagina sulle varie riviste a inizio anni 80. Locandine dei
giochi curate e coinvolgenti, programmatori strapagati che giravano con le ... leggi »Andy/AEG
Ottimo articolo… solo una nota all’Autore dell’articolo… tra i programmatori
bolognesi “pionieri” c’ero anche io: Andrea Paselli!
Con Luca Zarri e Marco Corazza ho realizzato Chuck Rock, Over The Net,
Mystere, Halley Adventure… ...Andrea Paselli