Si è vero ma è anche vero che prima di passare alla Xenia, visto che la Studio Vit non era intenzionata a continuarlo, Zzap italiano non aveva ne arte ne parte e non emergeva dalle altre testate editoriali in argomento.
Fu con BDB che Zzap ebbe un immagine più evidente nel panorama videoludico cartaceo...diciamo che per la maggiore si può dire che l'ha formata lui, ed in seguito ha fondato The games Machine.
No, non ci siamo, da quello che dici ho l'impressione che quel periodo tu lo abbia vissuto poco, quindi rinnovo il consiglio di documentarsi un po' meglio. Prima questione. l'editore era Edizioni Hobby (Xenia venne dopo) e appunto all'inizio affidò i contenuti di Zzap! (traduzioni e integrazioni italiane) al service Studio Vit reduce da Videogiochi (Jackson), mentre dopo subentrò il buon BDB come inhouse: all'inizio per un po' si trovò tutta la rivista sul groppone, poi arrivarono Fabio Rossi e compagni.
Secondo: Sarei curioso di sapere di che parli quando ti riferisci alle
"altre testate editoriali in argomento" quando al momento dell'uscita del n.1 di Zzap! queste si contavano sulle dita di una mano monca. C'erano solo le recensioni su MC Microcomputer e pochissimo altro a livello professionale, il resto era roba da bambini.
Questo ovviamente prescinde da un giudizio di qualità sulle gestioni, entrambe ottime per motivi diversi. Il principale pregio di BDB se vogliamo fu quello di voler creare per lo Zzap! italiano una veste vagamente multipiattaforma (e qui si ritorna al tema del thread) quando nello stesso periodo Zzap! inglese aveva preso la sua connotazione definitiva, all'insegna del marchio commodore: la Newsfield curava ai tempi riviste monografiche, Crash per lo spectrum, Amtix per amstrad e appunto Zzap!.