Quando acquistò il progetto Amiga, alla fine del 1984, il bilancio annuale della Commodore registrava un calo di profitti del 94% e tre mesi dopo le perdite ammontavano a 21 milioni di dollari. Per compensare il danno e diminuire i costi vennero tagliati molti posti di lavoro, soprattutto alle catene di montaggio. Alla fine del 1985 i dollari persi ammontavano a 237 milioni e le basi di questa disastrosa situazioni furono gettate proprio nel corso del 1984.
Altro che "sana". Era un'azienda che cominciava già a mostrare forti scricchiolii sul piano finanziario e che stava dimostrando, con il +4, che non sapeva più che pesci pigliare.
Un conto sono i libri contabili, ben altro sono i reali dati di vendita che determinano l'appeal e il successo di un' azienda. Anche la Parmalat sembrava fallita, invece le vendite dei suoi prodotti nei supermercati andavano benissimo. Nel 1984 le vendite del commodore 64 andavano a gonfie vele tanto da eliminare persino la concorrenza di casa e così fu fino alla fine degli anni 90' (più di 17 milioni di pezzi venduti al mondo).
E' vero in quegli anni venne fatto un ridimensionamento del personale, ma la commodore non fu certo l'unica (le grosse aziende durante il periodo reaganiano crescevano così, cioé aumentando gli straordinari e diminuendo il numero del personale).
Pertanto possiamo leggerci tutti i dati, libri e tesi di laurea scritte sul commodore 64, ma quando si parla di dati contabili, visto che sono facilmente deformabili e truccabili, visto che ci vuole poco a trasferire un capitale e nasconderlo, ritengo che tali dati non devono mai essere presi come
verità assolute e questo vale per qualsiasi azienda.
La commodore prima di fallire durò la bellezza di altri dieci anni, nel 1984 ebbe la forza di sborsare i quattrini per il progetto Amiga, strappandolo all'Atari: niente male per un'azienda sull'orlo del fallimento
Alla fine solo Tramiel e soci sanno come realmente andava l'azienda in quegli anni.
Visto l'incredibile numero di inesattezze perpetrate ultimamente, credo sia legittimo chiedere che da ora in poi qualsiasi dichiarazione STORICA venga accompagnata dal riferimento ad una fonte autorevole, pena la cancellazione del messaggio. Uno svarione può capitare a tutti ma qui comincio a sospettare la malafede.
Dopotutto non si può andare in forum di Storia generale ad affermare ripetutamente che la Germania ha vinto la Seconda Guerra Mondiale o che Pearl Harbour è una marca di Chewingum e aspettarsi di continuare indisturbati.
Come scritto sopra la mia onestà intellettuale crede fino a un certo punto a quei dati e chiedo la libertà
non di negare, almeno di dubitare. Per tanti anni ho trovato scritto sui libri di storia che Napoleone era morto per una infezione intestinale, recentemente hanno scoperto tracce di veleno nei suoi resti, chiara dimostrazione che venne avvelenato.
Roberto sei tu il padrone di questo sito, quindi sei libero di cancellare tutti i post che vuoi.
Francamente però continuo a non capire perché tu voglia imporre un taglio didattico al forum, taglio che secondo me finisce per allontanare gli appassionati piuttosto che avvicinarli.
Capisco che sei orgoglioso di ready64, io ti ammiro e ti stimo per averlo creato, ma non puoi pretendere che tutti gli appassionati siano dei novelli Ian Coog o che si mettano a studiare prima di battere un solo post. Tanti appassionati del 64 restano quelli che al massimo sapevano fare "press play on tape", all'epoca non si informavano sulle riviste, figuriamoci oggi che hanno lavoro moglie e figli.
Un forum é un gruppo di discussione dove ogni appassionato dice la sua e dove si cerca un aiuto rapido per qualche problema. Ogni utente che ha scritto qualcosa, tipo il commento a un gioco, ha collaborato a questo sito e ha contribuito alla sua gloria, pertanto ritengo che sia una risorsa preziosa che va curata.
Siccome é la seconda volta che mi (ci) riprendi, siccome già te l'ho chiesto una volta via mail e non mi hai risposto, te lo domando una seconda volta:
se mi ritieni deleterio per ready64 dimmelo pure e io lascio il forum.Senza bisogna di ban, che siamo tra persone serie.