Autore Topic: 2703, Program (special Program, Special Playgames)  (Letto 5721 volte)

ecstaticax

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2703, Program (special Program, Special Playgames)
« il: 17 Dicembre 2007, 09:15:11 »
 Ciao a tutti,

prima di tutto complimenti a chi gestisce il sito. E' bellissimo, e ogni giorno controllo se ci sono novita'. Le interviste sono spettacolari, mi appassionano veramente e dovrebbero essercene di piu'   :D

Ora, vorrei chiedere un paio di speciali agli autori del sito, ma cmq la richiesta si estende a tutti voi frequentatori del forum.

1) Sarebbe interessante un articolo su quella che, probabilmente, era la rivista (con cassetta) piu' venduta nelle edicole: Program prima e Special Program poi. Sarebbe interessante capire come funzionasse, chi ci stava dietro, chi e' che sproteggeva i giochi e li riadattava, chi disegnava le copertine dei caricamenti, ecc. Mi ha molto incuriosito la scansione della lettera con le direttive di Load'n'Run pubblicata nell'ultime intervista. Magnifica!

2) I gruppi di cracker che funzionavano di piu' in Italia erano 2703 e Pier. Non si sa piu' nulla di loro. Mi pareva di capire che Pier fosse un parrucchiere, ma non vorrei ricordare male. Perche' non fare uno speciale sul "w*rez" italiano? In fin dei conti, se il mercato italiano non e' mai decollato e' stato perche' era ben piu' facile approfittare della carenza di normativa vigente sul diritto d'autore e scopiazzare i giochi altrui. Quindi, se eravamo cosi' bravi a scopiazzare e rivendere, perche' non parlare di questi gruppi?

Qualcuno di voi ha dettagli su queste due richieste? Un caro saluto.

Gianluca
 

Roberto

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2703, Program (special Program, Special Playgames)
« Risposta #1 il: 17 Dicembre 2007, 14:03:48 »
 
Citazione da: "ecstaticax"
1) Sarebbe interessante un articolo su quella che, probabilmente, era la rivista (con cassetta) piu' venduta nelle edicole: Program prima e Special Program poi. Sarebbe interessante capire come funzionasse, chi ci stava dietro, chi e' che sproteggeva i giochi e li riadattava, chi disegnava le copertine dei caricamenti, ecc. Mi ha molto incuriosito la scansione della lettera con le direttive di Load'n'Run pubblicata nell'ultime intervista. Magnifica!
Personalmente ho in (ri)lavorazione un articolo sulla Pirateria da Edicola che si ripropone di sfiorare diversi aspetti: legale, culturale, tecnico e storico, ma non aspettarti interviste con i personaggi direttamente coinvolti.
Nonostante infatti Ready64 stia puntando moltissimo su questo strumento (che riteniamo  imprescindibile nel raccontare la storia del Commodore 64), ritengo che ben difficilmente si possa rintracciare qualcuna delle persone appartenute delle società coinvolte nel fenomeno. O meglio, sarebbero anche rintracciabili, ma con ogni probabilità ben difficilmente accetterebbero di farsi intervistare...

I motivi sono palmari, se ci si sofferma a pensarci un momento.
Stiamo parlando di una pratica di cui non si può certo essere orgogliosi, quella di prelevare software scritto da altri e spacciarlo per proprio lucrandoci sopra. Se attuato  oggi per la Legge questo sarebbe "appropriazione indebita", ma dal punto di vista etico-morale (parole che ormai stanno man mano perdendo significato ai nostri giorni) era già discutibile anche allora.

Sarà arduo dunque che qualcuno possa farsi avanti con il proprio nome e cognome a raccontarti i dettagli.
L'unico che ha avuto il coraggio di farsi intervistare è stato Roberto Preatoni (vedi sezione articoli/interviste), ma ricordiamoci che nel meccanismo perverso dei giochi piratati, non era certo il ragazzino sedicenne (quale era Roberto) che guadagnava qualche briciola smanettando per tradurre i giochi ad avere "colpe".
Ad ogni modo già in quell'intervista ci sono rivelazioni interessanti su come funzionavano le cose.
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SevenLegion

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2703, Program (special Program, Special Playgames)
« Risposta #2 il: 17 Dicembre 2007, 20:14:23 »
 Premetto che sono un neo-arrivato su questo forum e quindi la mia opinione conta quel che conta...

Ho letto l'articolo di Roberto Preatoni e, benche' sia apprezzabile per la sua franchezza, trovo che a prevalere sia una sensazione di biasimo, come peraltro emerge in una parte degli altri utenti.

Come persona, devo dire che mi riconosco piu' negli intervistati dell'altro "tipo".
Quelli che, all'epoca si dannavano per passione e per creare qualcosa di proprio, mi sembrano piu' interessanti anche oggi.
Almeno, nella foto ti guardano negli occhi, non hanno la ditta e la moglie in "estonia". Sembrano ancora interessati all'argomento e del passato si ricordano bene i dettagli tecnici ma soprattutto i compagni e gli aneddoti divertenti. Spesso poi, hanno un certo dischettino inedito da tirare fuori...

Al di la' dell'aspetto morale, siamo sicuro che dare spazio ai pirati sia un'operazione altrettanto interessante?...
Che cosa mai ti potrebbero raccontare? Che usavano la cartuccia Merlin invece che la ActionReplay? Che hanno cracckato 100 giochi ma senza poter metter mai il vero nome per paura della polizia? Che, coi soldi intascati, Pier si e' comprato un nuovo casco da parrucchiere?  :D

...comunque sia, Ready64 si e' finora distinto per la interviste a quelli che tentarono di creare una realta' di programmazione italiana, magari con idee modeste ma originali. Continuiamo cosi'...

Al di la' dei cavilli legislativi, il danno che fecero i pirati in Italia non e' ipotetico... ma e' reale e tangibile. Tra l'altro esce come tema ricorrente in quasi tutte le interviste che ho letto: perche' avete chiuso? ...qual'era il problema principale? i soldi! ...3 milioni di c64 venduti in Italia e, per colpa della pirateria, non c'e' n'era abbastanta da tenere in piedi un'iniziativa per piu' di due anni...
La situazione, tra l'altro, continuo' con l'Amiga e a quel punto in Italia ci si abituo' a non fare progetti di ampiezza superiore all'uscita settimanale.

Sembra una considerazione scontata, ma , per colpa della pirateria, siamo rimasti per decenni a livello di terzo mondo dell'informatica. E stiamo ancora scontando...

Tralasciamo pure il danno culturale causato dalla storpiatura dei titoli che ci procura, ancor oggi, sonore figuracce quando si discute con un utente di un paese civile...
Notare che Preatoni evita abilmente questa domanda sviando sull' "opera di localizzazione" del software e sulle "difficolta'" di cercare le scrittine inglesi col monitor...
ma fatemi il piacere...

Personalmente provo scarso interesse nel conoscere l'identita' o le imprese dei pirati del passato, siano famosi o meno.
Se un vandalo al Louvre, prendesse lo spray e scrivesse sulla Gioconda: "by miki"... Dovrei consideralo un artista o un autore ...di cosa? Oppure dovrei ammirarlo per come e' stato in gamba ad aggirare la temibile sorveglianza?
Nessuna di queste ipotesi mi convince molto... ;)

 

iAN CooG

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2703, Program (special Program, Special Playgames)
« Risposta #3 il: 17 Dicembre 2007, 20:41:07 »
 Aggiungo solo che soffermarsi a 2703 o (lol) pier, dns etc, che pur essendo pionieri del cracking in Italia hanno coperto solo 3 anni, dall'84 all'86 la scena italiana con produzioni che vanno dal "niente di eccezionale" al "ridicolo", e' indice di poca conoscenza della scena. Sono molto piu' interessanti gruppi come ICS, HSCG/F4CG, ARM, The Force, BCT+Chaos, GAX777, e perche' no, *cough* Hokutoforce, che al contrario dei vari 2703 hanno dato un impronta seria (alcuni un po' meno *g*) nella scena internazionale.
-=[]=--- iAN CooG/HVSC^C64Intros ---=[]=-
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strongboy

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« Risposta #4 il: 17 Dicembre 2007, 21:52:46 »
 Per ecstaticax :

Mi permetto di segnalarti la presenza del sito edicolac64 a questo indirizzo http://www.edicolac64.com

Si tratta di un sito che raccoglie il materiale che veniva venduto nelle edicole, negli anni ottanta , con particolare attenzione ai computer 8 bit di casa commodore.
Raccoglie sia i dump delle cassette, alcuni dischi, e scansioni delle riviste, alcune delle quali sono state citate da te ( program, special program, playgames, etc. etc ).

E' da circa un mesetto che stiamo raccogliendo tutte le informazioni possibili sulle nostre collane ( indirizzi, sedi, numeri di telefono, date di uscita, nomi di collaboratori, etc. ) e sono raggruppate nella sezione " Informazioni sulle collane editoriali di cassette e dischi presenti in edicola " a questo link http://www.edicolac64.com/public/smf/index.php?board=33.0 ovviamente sul forum

Prova a dare un' occhiata . . .  

ecstaticax

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2703, Program (special Program, Special Playgames)
« Risposta #5 il: 19 Dicembre 2007, 11:29:30 »
 Vi ringrazio per le risposte.

Rispondo a tutti.

Secondo me non vale la pena fare polemica se qualcuno come me sia interessato alla scena della pirateria in Italia. IMHO affermare che la pirateria ha ucciso una potenziale imprenditoria videoludica italiana e' un errore grossolano. E vi spiego il perche'.
A bloccare la pirateria non doveva essere il buon senso delle persone, ma ci dovevano pensare le istituzioni (come successivamente hanno giustamente fatto).
Per fare un banale esempio, chiamo in causa la pirateria dell'etere: ai tempi dei ricevitori IRDETO e Tele+, il 99% dell'utenza che riceveva lo faceva esclusivamente con tessere pirata. Per interrompere questo trend, Sky ha dovuto adottare il seca2 (o qualcosa di simile, non sono un esperto), rendendo la pirateria de facto semi-impossibile.
Altri esempi: l'evasione fiscale. Finche' le istituzioni non prenderanno provvedimenti verso quella miriade di professionisti che evadono per miliardi, non saranno certo quei quattro poveracci che usufruiscono a prezzi gia' fin troppo salatissimi a denunciarne l'evasione (avvocati, notai, dentisti, medici, ecc.).
Tutto questo per dire che in Italia chi comprava software pirato era un esercito di  ragazzini, le stesse persone che oggi hanno all'incirca 30 e rotti anni. Non c'e' stato un business miliardario dietro. Bastava che avessimo dei politici non 80enni, e la normativa sarebbe stata decisamente piu' elastica in tema di diritto d'autore.
Riguardo alle critiche sul numero di gruppi chiamati in causa, per carita', io ricordo 2703 perche' era l'emblema in Italia: quando Commodore Gazette fece uno speciale pirateria nel lontano 1987 (o 1988) fu 2703 che intervistarono. In Italia buona parte delle release passava da lui. Per il resto, non ho scritto quel messaggio per accademia e fare una gara di chi conosce piu' gruppi. A me interessava solo scoprire le dinamiche che stavano dietro quel fenomeno: come si procuravano gli originali (modem? posta?)? Quali canali di distribuzione adottavano? Oggi che fine hanno fatto? Che ne pensano della pirateria?
In fin dei conti, sulle varie software house piu' note sono stati scritti libri e sappiamo di tutto e di piu'. Ma su questo fenomeno, tipicamente italiano, tutt'ora (basta appunto vedere quel post di risposta con toni non poco accusatori) vi e' un alone di censura.

Riguardo a Edicola64, caspita! Lo seguo sin da quando e' nato. Ringrazio comunque per la segnalazione. E' un repository meraviglioso.

A proposito: nessuno che abbia voglia di far partire un progetto serio di scansioni della rivista "Videogiochi" dell'Editoriale Jackson?

Gianluca

 

eregil

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« Risposta #6 il: 19 Dicembre 2007, 17:25:57 »
 Permettimi di dubitare che tu abbia svolto un'indagine accurata per conoscere le percentuali di pirateria dell'etere in Italia, e tralasciamo l'argomento evasione fiscale, che è molto più complesso dell'argomento pirateria e non credo che si possa fare alcun genere di parallelismo.

Personalmente non rilevo nella discussione, finora, i toni polemici che secondo te si starebbero usando solo perché hai menzionato un argomento "scottante".

Roberto asserisce di avere in lavorazione un articolo sulla pirateria da edicola, e spiega in maniera pacata e assolutamente condivisibile il motivo per cui sia improbabile che qualcuno degli artefici rilascerà interviste.

Ian fa giustamente notare come, volendo parlare di cracker, si trovi di meglio sulla piazza.

Per quanto riguarda SevenLegion, sebbene io personalmente non condivida la conclusione per la quale in Italia saremmo tuttora in un "terzo mondo informatico" per colpa della pirateria (ci sono IMO ben altre ragioni...), su una cosa non si può non essere d'accordo: che a causa della situazione che si creò all'epoca in Italia, la decisione di produrre software originale era veramente da temerari. Qualsiasi pubblicazione nuova, infatti, veniva in brevissimo tempo inserita in questa o quella cassetta da edicola, il tutto impunemente o quasi.

Ciò è testimoniato da più di un articolo di CCC (si veda ad esempio la digressione su "Mezzogiorno di fuoco" su CCC n. 37, nell'articolo a pagg. 63 e ss.), e bada bene, questo nonostante CCC non fosse la voce più forte e intransigente nella condanna al fenomeno della pirateria.

La Systems per l'appunto riusciva tutto sommato a cavarsela, perché alle sue produzioni software affiancava le produzioni editoriali (riviste e libri), non riproducibili senza problemi dai pirati da edicola; quand'anche tu avessi ricevuto "sottobanco" l'emulatore di GW-BASIC (per fare un esempio banale), per sfruttarlo al meglio avresti avuto "bisogno" di reperire gli articoli di CCC che ne parlavano, e quindi di comprare la rivista.

Per altre iniziative, e soprattutto nel campo dei videogiochi dove questo abbinamento non era possibile, la situazione era tragica. Certo, da qui a dire che senza la pirateria ci sarebbero stati successi eclatanti ce ne passa; il settore avrebbe potuto fallire per un altro motivo, oppure chissà, il Commodore 64 avrebbe potuto finire con l'essere molto meno diffuso, dal momento che la reperibilità di giochi a prezzi stracciati (sia pure spesso rovinati - non funzionanti al 100%, oppure smembrati in più titoli) può aver invogliato molti acquisti del computer stesso.

Ma d'altro canto, che senso ha fare questi discorsi puramente ipotetici? Il risultato finale è quello che vediamo tutti.

A me personalmente dà fastidio soltanto il fatto che la gente ignori, deliberatamente o no, gli originali, ancora oggi che ci sono gli strumenti per capire cosa sia successo, mentre all'epoca poteva mancare l'informazione (chissà quanta gente all'epoca, poco informata, come me si è bevuta che i giochi nelle cassettine fossero tutti "un'idea ATP", per quanto strano sembrasse).

Che cioè qualcuno dica "ah ma quanto era bello l'Agente Speciale" senza sapere che si chiamava Impossible Mission.

O che qualcuno voglia a tutti i costi giocare alla "versione italiana", salvo poi scoprire che, a parte la scritta "Punti" invece di "Score" non cambia nulla, o che qualche traduzione è malfatta e fuorviante, o che sono presenti uno o due bug introdotti dalla noncuranza di qualche cracker di second'ordine (non mi riferisco a quelli che hai citato tu).

In conclusione, l'argomento è sì delicato, ed è facile che dai toni usati dalle persone possano trasparire opinioni come quelle che ho appena espresso, e forse una certa stizza nel "doverne" parlare. Ti assicuro però che da parte mia non c'è niente di personale, e comunque non credo che nessuno stia attaccando te in particolare.

Le tue richieste, comunque, non sono illegittime - ma come ha detto Roberto, molto difficilmente qualcuno dei "responsabili" parlerà, e per quanto riguarda il primo punto, salvo interventi di altri utenti del forum, non hai che da attendere i tempi "tecnici" della realizzazione di un articolo, ricordando che questo sito, per il webmaster e i suoi collaboratori, è un hobby, e che si fa quel che si può. :)
 
Non rispondo a richieste private, di qualunque genere esse siano.
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Roberto

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« Risposta #7 il: 19 Dicembre 2007, 17:54:44 »
 Nemmeno io ho ravvisato toni polemici. Mi sembra siano stati semplicemente esposti punti di vista diversi dal tuo ma ben argomentati. Mi sembra, insomma, che tutta la discussione rientri nei limiti di un normale "contraddittorio" che ritengo perfettamente accettabile.

Citazione
A bloccare la pirateria non doveva essere il buon senso delle persone

Questo è vero solo in parte. L'aspetto etico-morale e quello legale sono due requisiti che devono agire in concorso nel regolare la vita di qualsiasi società civile. Un requisito senza l'altro è destinato a creare scompensi.

Statisticamente è dimostrato che la maggior parte delle persone si astiene dal commettere reati non perchè abbia paura del carcere e quindi di una punizione, ma perchè ritiene nel proprio intimo che commettere un determinato crimine sia moralmente sbagliato.
Ed è questa la regola su cui si basano le società civili.

Per converso, fare una legge che va contro il sentire comune, produrrebbe come effetto il tentativo da parte di tutti di aggirare la legge.
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Loky

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« Risposta #8 il: 19 Dicembre 2007, 20:45:58 »
 diciamo che la frase un po più corretta sarebbe

"A bloccare la pirateria non doveva essere SOLO il buon senso delle persone"

perchè comunque concordo con tutto quello che ha detto Rob.
sarebbe inutile proibire...ormai siamo "assuefatti" e la maggior parte delle persone cercherebbe di raggirare gli ostacoli (o le leggi) in tutti i modi possibili.
Ma d'altronde è insito nell'uomo..."perchè comprare quando si può avere gratis"? Credo che sia un principio nato con l'uomo ... "perchè costruirci noi un edificio quando lo possono fare (gratuitamente) gli schiavi?" (ad esempio)  =)

 

albman

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« Risposta #9 il: 19 Dicembre 2007, 21:18:42 »
 Ciclicamente questo argomento torna sul forum, ci sarà un motivo ...

Io sono stato un gran consumatore di cassette da edicola, e come tale esprimo la mia opinione

Eregil centra bene un problema, all'inizio non si sapeva cosa fossero DAVVERO quei giochi.... l'idea è maturata (nel mio caso) lentamente negli anni, soprattutto quando sono  iniziati i primi scambi di floppy e sono entrato in possesso di crack "veri" dei giochi che  già possedevo... tuttavia, anche quando ho capito bene come venivano "prodotti" e tutte le implicazioni negative che questo comportava (bug vari, traduzioni improbabili, giochi non finibili) ho continuato ad acquistarli, a causa della ridicola distribuzione degli originali nella mia zona (ne abbiamo discusso a fondo in passato), ma -non voglio essere ipocrita- soprattutto perchè  preferivo (la disponibilità di fondi era limitata, tipica di un ragazzetto di 13 anni) possedere MOLTI giochi, magari da giocare per 5 minuti l'uno alla ricerca di qualcuno che meritasse davvero.

Oggi che la rete mi ha consentito di conoscere gli originali, mi rendo conto che ho perso una parte importante di quell'epoca, e mi rimane un po' il rammarico di non aver goduto l'emozione di un gioco originale, con scatola e manuali... non posso dire di essere pentito, ma diciamo che quando rigioco i miei games preferiti lo faccio con l'originale, e non mi salta in mente di andarmi a scaricare la corrispondente storpiatura italiana. Reputo comunque ogni approfondimento del fenomeno degno di interesse.

Il tutto come opinione squisitamente personale  :)  
"If you want to become the old figure, use the power of your friendship, and fight me"

koseidon72

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« Risposta #10 il: 20 Dicembre 2007, 10:31:21 »
 Io invece pur essendo amante e nostalgico del mondo della produzione di giochi in edicola negli anni 80 e primi 90's, volevo riprendere il discorso delle scansioni della rivista VIDEOGIOCHI della Jackson..

Quella rivista era mitica e davvero anche io sento l'esigenza di un bell'archivio di scansioni come quello di Zzap, K e Tgm, gia' presenti in rete.

Sarebbe da aprire un topic ex novo con questo argomento?

 

Roberto

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« Risposta #11 il: 20 Dicembre 2007, 12:29:53 »
 
Citazione da: "koseidon72"
Io invece pur essendo amante e nostalgico del mondo della produzione di giochi in edicola negli anni 80 e primi 90's, volevo riprendere il discorso delle scansioni della rivista VIDEOGIOCHI della Jackson..
http://www.museo-computer.it/SalaLettura/VideoGiochi
C'è già chi se ne occupa, a mio modo di vedere tanto varrebbe concentrare gli sforzi in un unico punto. Quindi chi ha risorse da porre in questo progetto può dirigersi tranquillamente là.
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djwiper

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« Risposta #12 il: 20 Dicembre 2007, 13:30:48 »
 Hum, spinosa la questione... Sul punto etico/morale/commerciale le vedute sono molte e contrastanti. Non condivido affatto il ragionamento che siamo una nazione da terzo mondo, in termine di informatica, perché negli anni 80 qualcuno privava il mercato videoludico di introiti commerciali. Se la teoria è questa, per sillogismo, l'India ed Israele (perdonatemi la grossolana semplificazione geopolitica) negli anni 80 hanno goduto appieno dei giochi originali ed hanno reso fiorente il mercato dell'informatica. Non penso sia così. Estendendo il discorso, forse forzandolo, allora anche coloro che modificavano i videogiochi od i programmi per il commodore, l'amiga, l'apple, etc senza mandarli a case editrici varie ma immettendoli nel neonascituro canale del "warez" sono corresponsabili della nostra menomazione informatica.

PS: Ma perché a nessuno balena mai l'idea che non si comprava software originale perché non v'era traccia di rivenditori? Non tutti abitano nelle grandi città... :P  
Ho capito di odiare le firme...

Loky

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« Risposta #13 il: 20 Dicembre 2007, 13:41:24 »
 
Citazione
PS: Ma perché a nessuno balena mai l'idea che non si comprava software originale perché non v'era traccia di rivenditori? Non tutti abitano nelle grandi città... tongue.gif

se ci fossero stati i rivenditori (anche da me non ce ne erano molti) avremmo comprato gli originali?



credo che oggi non ci siano più problemi di rivenditori, nemmeno nei paesi più sperduti, eppure...




PS: con questa risposta non voglio attaccare nè djwiper nè altri, è solo per sottolineare che forse il problema non era proprio quello.
Io purtroppo non posso pronunciarmi molto sul dettaglio cassette da edicola del C64, visto che sono dell'84 e ho giocato col C64 dall'età di 6 anni a circa 15.
A quei tempi era mio pà che decideva dove e come comprare, di crack/pirateria non ne capivo una cippa e per me le cassette da edicola rappresentavano "l'originale", o meglio, rappresentavano l' "unico", nel senso che ignoravo l'esistenza delle copie (tranne quelle che facevo io col duplicatore =P)
Quindi compravo pirata nell'incoscienza.
 

djwiper

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« Risposta #14 il: 20 Dicembre 2007, 14:11:08 »
Citazione da: "Loky"
PS: con questa risposta non voglio attaccare nè djwiper nè altri, è solo per sottolineare che forse il problema non era proprio quello.
Io purtroppo non posso pronunciarmi molto sul dettaglio cassette da edicola del C64, visto che sono dell'84 e ho giocato col C64 dall'età di 6 anni a circa 15.
A quei tempi era mio pà che decideva dove e come comprare, di crack/pirateria non ne capivo una cippa e per me le cassette da edicola rappresentavano "l'originale", o meglio, rappresentavano l' "unico", nel senso che ignoravo l'esistenza delle copie (tranne quelle che facevo io col duplicatore =P)
Quindi compravo pirata nell'incoscienza.
EhEh, io sono di un anno più vecchio di te e so cosa intendi. Io ho scoperto che le cassette erano meschinamente piratate proprio grazie a Ready64.

Ovviamente la mia era una battuta però è incontestabile il fatto che se volevi procurarti qualche bella schermata di gioco dopo il "PRESS PLAY ON TAPE" dovevi passare dall'edicola, almeno in alcune parti. Di rivenditori nemmeno l'ombra...
Ho capito di odiare le firme...