Aaaah, finalmente riesco a sedermi e a scrivere qualcosina...
Tanto per iniziare 1000 grazie a Roberto per avermi fatto sapere che esiste un forum di Retro Gamer, che ovviamente ho esplorato e che non ho fatto in tempo a leggere del tutto perché sono stato colto durante la lettura da sentimenti di nausea e voltastomaco, per non dire ribrezzo.
E'chiaro che, come ha detto Roberto, Retro Gamer ha chiuso non tanto per le critiche mosse da improbabili signori, ma perché senza soldi non si canta messa, e se non raggiungi una tiratura alta, sei destinato al fallimento.
Parlando dei signori che hanno espresso le loro idee nel suddetto forum, premesso che molto ci sarebbe da dire sulle affermazioni di alcuni, e che comunque sono loro opinioni più o meno condivisibili, ho riscontrato degli atteggiamenti tipicamente "nostrani", cioè modi di fare e di pensare tipici della nostra gente.
Punto numero uno, quanto siamo bravi a criticare. Quanto siamo bravi a vedere il puntino nero sul foglio bianco. Quanto siamo bravi ad emettere sentenze senza considerare il duro lavoro degli altri. E quanto siamo poco propensi a fare lodi e complimenti quando questi vanno fatti.
Non mi dilungo nelle spiegazioni, ma chi ha "orecchio" capisca.
Punto numero due. Ho notato che molte lamentele vertevano sul prezzo "esageratamente" alto della rivista, vale a dire di Euro 7,90.
Anzi, si proponeva addirittura l'eliminazione del cd per abbassare il prezzo perché, ripeto, a detta di alcuni troppo alto; tutto questo quando il cd stesso è ricco di multimedia e di abandonware, un lavoro davvero encomiabile.
A questo punto mi sorge spontanea la domanda: è così davvero arduo spendere quella cifra per una rivista di questo genere con cd allegato?
E' chiaro che non voglio fare i conti in tasca alla gente, ma spesso e volentieri si vanno a spendere denari per cose futili, e in quei casi non si lamenta mai nessuno!!
Certo Roberto, ci sarebbe proprio voluto che gli editori di Retro Gamer elencassero nomi e cognomi del club "Zoccolo duro", ma l'unica ragione per cui penso non l'abbiano fatto è che sono troppo signori e volano in alto, narrando quello che è successo e dispiacendosene, ma comunque andando avanti e progettando novità per il futuro.
Poi, spetta a ciascuno di noi, grazie alla nostra maturità ed apertura mentale, capire che non è colpa dell'Italia ma di pochi (o forse, non così pochi) elementi che farebbero bene ad imparare umiltà, rispetto ed apprezzare il lavoro altrui.