Sono lontanissimo sia dal bias "nostalgista" per il quale prima era meglio (si pensi al grande successo di tutti i gruppi o i meme sui social di questo genere, anche esulando dal tema videoludico... ovviamente non è vero che quando andavamo in spiaggia senza crema solare stavamo meglio, semplicemente eravamo molto più giovani e con tutta la vita davanti, per questo abbiamo mitizzato quei momenti), sia da quello per il quale il videogioco è totalmente legato mani e piedi alla tecnologia, non si riesce a vedere nulla d'altro, ciò che è nuovo è automaticamente migliore e il vecchio diventa inutile, obsoleto e da disprezzare (e quindi, mia considerazione, non capisco perché ci affanniamo tanto appresso a un medium così "usa e getta"; è un po' come se gli appassionati e gli esperti di cinema ridicolizzassero e disprezzassero quanto fatto negli anni Sessanta o ai tempi del muto, senza riuscire a scovare in quelle opere motivo di interesse, una posizione francamente imbarazzante e superficiale).
Pertanto a mio avviso i (validi) giochi per il C64 (e gli altri vecchi sistemi) vanno bene così come sono, compresi quelli più primordiali, che anzi spesso sono tra i più affascinanti; non devono superare nessun limite, né devono gareggiare con quelli pensati e sviluppati per i sistemi odierni, che hanno altre caratteristiche d'interesse (il 3D e tutti gli altri ammennicoli li rendono generalmente un'esperienza parecchio più immersiva, ma questo non toglie ragione d'essere a un bell'arcade 2D di una volta, per esempio).
Riguardo alle regole del gioco, sono dell'idea che debba essere il designer a stabilirle. Se gioco a pallavolo so che al terzo tocco la palla va assolutamente spedita dall'altra parte, è un limite che rende l'esperienza interessante, divertente, eccitante, degna di essere vissuta. Non accettarlo e decidere che la palla la rimando quando voglio io (e magari mando pure Paola Egonu nella parte di campo avversaria a trattenere il libero per impedire la ricezione) snatura l'esperienza per come è stata concepita, generalmente peggiorandola. Questa cosa la trovo quasi sintomo di mancanza di maturità, una sorta di non accetazione del principio di realtà che regola la vita adulta.
Poi con l'evolversi del medium abbiamo assistito all'affermazione di cose come i save state liberi "legalizzati" (quindi è il designer stesso che praticamente, e parecchio svogliatamente, ti dice "fai un po' come ti pare", e questo ha aperto un po' una falla gigantesca nel sistema; l'ho sempre visto come un pigro compromesso che è sembrato naturale per via del fatto che finirsi un FPS, o quello che è, senza salvare è praticamente impossibile, o stradifficilissimo, di solito; riguardo a questo, ricordo giochi per console analoghi a quelli per PC ma nei quali il salvataggio libero non c'era e si poteva ripartire solo da determinati punti: questo mi sembra decisamente più corretto, ma anche questa è una soluzione che spesso è stata criticata perché rendeva il titolo per console esageratamente difficile rispetto alla controparte per PC; alla fine penso che il punto cruciale stia nel bilanciamento della difficoltà, tenendo anche presente che siamo grandi, con molto meno tempo libero e tutto, e che anche un videogioco che duri poche ore senza allungare in vari modi la brodaglia va più che bene, anzi, la via maestra generalmente dovrebbe essere questa).
Ah, ovviamente non demonizzo in toto i cheat: giusto che esistano ma dovrebbe essere chiaro che non si sta "realmente videogiocando" (nell'accezione diciamo più peculiare, classica e meno ampia, ovviamente in qualche modo è giocare anche quello e un sacco di altre attività che portiamo avanti quotidianamente), è un'altra cosa. Non abbiamo tempo ed energie per giocare a tutto e finire tutto. I cheat (dico quelli per finire il gioco, non quelli che "offrono qualche curiosità") dovrebbero essere un'alternativa diciamo più interattiva al guardarsi il longplay su YouTube se per esempio non si ha (più) intenzione di giocare un titolo fino alla fine, ma si vuole avere un'idea del gameplay, del design dei livelli avanzati o delle armi, ecc.