Ciao ragazzi, sono nuovo del forum e ho letto questa discussione con molto interesse (del resto la nostalgia e il rivivere precedenti esperienze sono gli aspetti che più mi interessano degli anni '80).
Io ho ricomprato mesi fa il c64 e ci gioco la sera, prima di andare a letto, sana abitudine per disintossicarsi dalla modernità eccessiva. Mi trovo perfettamente d'accordo con chi sostiene che l'abituarsi a qualcosa cambia il nostro modo di vedere e vivere le esperienze.
Io posseggo anche una xbox 360 che, dopo alcuni mesi di divertimento, è rimasta spenta, a prendere la polvere.
La nuova grafica ci ha abituati male, ci ha impoveriti, e ancora di più impoverisce (e impoverirà) le nuove generazioni.
Sedici colori con c64 e 32 con Amiga mantenevano quel "vuoto" necessario che la fantasia andava a colmare. Mi spiego meglio. Una figura, un'immagine "grezza" stimola la fantasia a completarla, a darle un significato, diverso, personale. Laddove questo vuoto è colmo (di grafica, di effetti, ecc.) dare nuove significazioni è impossibile: mi ritroverò a giocare qualcosa che è il risultato di altrui fantasie, un qualcosa dove non c'è spazio per dei significati costruiti da me. Questa abitudine ad avere tutto pronto, perpetrata nel tempo, ha eliminata la dimensione magico-fantastica legata alla vita, videogame inclusi.
Ecco che allora le sprite, una musichetta, un logo su c64 o Amiga avevano una funzione simbolica: erano i miei personali contenitori di significati, un luogo vergine dove conservare i miei vissuti e legarli con altri vissuti; ripensando all'infanzia infatti ricordo che videogame, giocattoli e cartoni erano un tutt'uno.