Salve.
Il principio della penna ottica è semplice e rozzo, e quindi soffre di limitazioni e non è emulabile....
La penna è composta da un fototransistor e da alcune porte logiche che ne ripuliscono il segnale.
Lo schemo televisivo, anche per il VIC, è disegnato sul tubo catodico attraverso un unico "pennello elettronico" o "raster" che dallo spigolo in alto sx si muove verso dx disegnando una riga, quindi ricomincia da sx ma un pò più in basso e così via fino alla fine del quadro TV.
Modulando la luminosità del raster in accordo con la sua posizione sullo schermo si riescono a visualizzare le figure ed i colori.
Fatta la stucchevole premessa, ricordo che la penna ottica semplicemente rilevava il passaggio del raster sul punto dello schermo fisicamente puntato dalla stessa generando un impulso che veniva, nel VIC, posto in relazione con le coordinate istantanee X e Y del raster stesso che sempre il VIC genera.
Questo sistema si espone alle limitazioni ottiche del sensore, all'impossibilità di stabilire se il grado di luce rivelata fosse un bianco adiacente o un grigio esattameente sotto il sensore (stessa luce sul fototransistor!), senza contare le varibilità di risposta del sistema anche in base alla figura rappresentata.... pensate che basta cambiare la luminosità o il contrasto del TV, oppure mettere un B/N al posto di un TVcolor (che ha la maschera colori INVAR sul tubo a moltiplicare i problemi di rappresentazione microgeometrica del raster..), a volte bastava pulire dalle ditate il monitor...
Insomma se funzionava, anche male, era un mezzo miracolo!
Sulle riviste di elettronica dell'epoca era pieno di penne ottiche e interfaccie cassette.
Vista l'integrazione hardware che questo sistema aveva nel VIC, e che non mi pare abbia nessun CHIP grafico per schede VGA, ritengo non direttamente emulabile la penna ottica, ma simulabile sì (punti con il mouse del PC e per simulazione ti cambiano i valori nei registri X e Y.... è un'idea?)
A presto!