Sono un grande appassionato di giochi a piattaforme e guardando questo periodo storico del Commodore ho notato un ‘exploit’ di edizioni a me del tutto non pervenute, ma dove si erano nascoste? Le peripezie dell’elefante CJ sembrano pervenire da un livello di NewZeland Story per quanto sono simili e se si escludono i primi livelli del gioco Taito alla fine si arriva alla stessa difficoltà da sala giochi. Unica compensazione a questo approccio mangia gettoni è la mancanza di un timer e già questo permette di ragionare sui passi da percorrere. Più utile la bomba che l’arma principale ma la seccatura peggiore resta cadere sulle molte punte o sbagliare strada ripercorrendo i propri passi più volte.
Ho potuto giocarci solo in questa emulazione, grafica letteralmente deliziosa e personaggi adorabili, fluido nei movimenti l'elefantino, ma la difficoltà di questo gioco, così come il precedente capitolo CJ, potrebbe scoraggiare anche i più accaniti amanti del Platform game.
Ci voleva più cura per i dettagli e non solo estetici. Un esempio: gli oggetti utili rilasciati dai nemici scompaiono dopo un secondo uno, rendendo non agevolissima la loro ricognizione, i salti non sono sempre agevoli e a volte finisci addosso all'ostile di turno, il cui impatto significa morte! Alcuni di essi inoltre sono dannatamente precisi, l'impressione è che si debba perseverare non poco per portare a termine una o più missioni. A volte basterebbe davvero poco per realizzare un gioco portentoso, ahimè si rimane nel discreto.
peppe
Voto: -
02 giugno 2006
Nessuno mi commenta CJ in the USA?? dopo emly hughes inter.soccer ed OPAC (non presente nella lista, peccato!) era uno dei miei giochi preferiti. Che dolcezza l'elefantino... c'erano anche i tricks per avere l'immortalità... 7 e mezzo.
...un commento a caso!
Transformers Diciamo che all'epoca avere tra le mani una cassetta di un videogioco per C64 con stampati
sopra i mitici robottoni trasformabili era qualcosa di elettrizzante, una gioia provocata dal mero
feticcio della confezione....Sevanrulez
Imagine: the name of the game. Con questo fighissimo slogan la compagnia si
pubblicizzava a tutta pagina sulle varie riviste a inizio anni 80. Locandine dei
giochi curate e coinvolgenti, programmatori strapagati che giravano con le ... leggi »Andy/AEG
Ottimo articolo… solo una nota all’Autore dell’articolo… tra i programmatori
bolognesi “pionieri” c’ero anche io: Andrea Paselli!
Con Luca Zarri e Marco Corazza ho realizzato Chuck Rock, Over The Net,
Mystere, Halley Adventure… ...Andrea Paselli