C64 & Pirateria #09: Varie

Roberto 31-03-2010.
Categoria: C64 e Pirateria

Riferimenti e testi sulla pirateria comparsi in varie testate, pubblicati nelle rubriche della posta o in veloci trattazioni.

Tratto da Computer+Videogiochi 8, pagina 20

E' un eccesso di zelo, probabilmente, a spingere la redazione di Computer+Videogiochi di Jackson a promuovere una sorta di "taglia" sui delatori contro i pirati. Immediate, nel numero successivo, la smentite dei due maggiori distributori di software dell'epoca, CTO (rip) e Leader affidate ad un comunicato.

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Tratto da Computer+Videogiochi 9, pagina 30

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Tratti da L'Unità, Giugno 1985

(reperibili nella sezione "museo" di Ready64)

Videogiochi Jackson - Posta 

Tratto da Videogiochi 24, Marzo 1985 (Rubrica della Posta)

I LADRONI DI SOFTWARE
Spettabile rivista colgo l'occasione, oltre che mandarvi i miei record, per chiedervi come mai le varie riviste su cassetta che si trovano in edicola da qualche tempo, tipo Special Program, Program, Open Game ecc.. possono produrre giochi originali cambiandone solo i nomi.

Gianni M****. Modena

La spiegazione è semplice: chiunque abbia un computer da più di un mese sa benissimo come fare per duplicare la maggior parie dei programmi su disco o su cassetta. L'operazione, se il programma non è protetto, richiede solo di caricare il programma in memoria e di riversarlo poi su una cassetta vergine tramile il comando SAVE. Se invece esiste una proiezione software, occorre uno dei tanti programmi che sbloccano tale protezione (nel caso di software su disco), mentre per i programmi su cassetta basta disporre di due registratori con l'azimut tarato nello slesso modo.

Detto questo, è evidente che chiunque non abbia molti scrupoli e disponga di un piccolo capitale da investire in una casa editrice più o meno fantasma non troverà difficoltà a mettere in commercio compilations di programmi piratati. C'è chi, per salvare un pezzetto di faccia, cambia qualche cosa nel programma originale, ma c'è anche chi della faccia non si preoccupa proprio e riproduce il software originale tale e quale.

Si tratta evidentemente di una pratica illegale, ma visto che il reato per essere perseguito richiede la denuncia da parte della casa o del programmatore danneggiati, (i quali spesso hanno altro da fare che spulciarsi lutta la spazzatura che gira) i pirati vivono tranquilli. Fino a quando? Probabilmente per sempre: i ladri esistono da quando è stata istituita la proprietà privata.

Tratto da Videogiochi 32, Dicembre 1985 (Rubrica della Posta)

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CHE MALE C'È A FARE IL PIRATA?
lo sono un pirata, e disapprovo il vostro atteggiamento rispetto alla pirateria: la pirateria è una cosa utile, perché il software costa troppo caro: un programma da 80.000 sul mercato "pirata" ne costa 15.000 e solo cosi lo si può comperare. Vorrei capire perché il software costa molto.
(Mr. Killer Soft was Here)
 
Una FIAT Uno costa 10.000.000, però se la rubo, posso anche rivenderla a 500.000 lire e guadagnarcele tutte. Fare il software costa: bisogna studiarlo, provarlo, collaudarlo, produrlo. Spesso due mesi o più di lavoro di una o più persone che hanno investito in anni e anni di studi per arrivare a saper trattare così bene con i calcolatori.

Chi lancia il programma deve anche fargli pubblicità, costosissima, per far sapere che c'è. E bisogna stamparlo in molte copie, per venderlo in tutto il mondo (solo con una vendita globale si possono recuperare i costi che ho elencato primai: ma anche fare un'alta produzione richiede un investimento ulteriore, soprattutto se ogni confezione deve essere bella, colorata e attraente, dotata di un libretto e addirittura di un manuale, magari a colori. Tutti questi costi il "pirata" non ce li ha: lui ci mette un tot di ore a copiare, dopodiché avvia una produzione locale, foto-copia il manuale.

E' già materia di discussione se sia o no un reato la copia per uso personale, ma se il "pirata" fa delle copie per venderle, allora il furto c'è, e non c'è assoluzione morale nè, e questo è quel che conta, legale. Lo dimostra eloquentemente la recente vicenda che ha visto vincitore Jackson Soft Oro contro un copiatore (nella foto puoi vedere il giudice che dà ragione agli avvocati della Jackson e dell'ASSOFT, visibilmente soddisfatti). Perciò, caro Mr. Killer, non puoi in nessun modo sperare nella nostra approvazione: i prezzi del mercato si regolano da sé, con il gioco della concorrenza e della libera domanda-offerta, ma all'interno di regole del gioco a cui tutti devono attenersi: i "bari" non li vogliamo. E, stanne pur certo, prima o poi vengono smascherati.

Commenti
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Solo una piccola nota relativa all'articolo dell'Unità "vogliamo la tutela dei diritti d'autore". Quando si parla di Miwa, Audist, Mattel e CBS l'autore afferma una cosa evidentemente falsa: di questi importatori, solo la Audist si occupò effettivamente di home computer, poiché il core business delle altre erano le console, le vendite delle quali crollarono nel game crash dell'83-'84. Imputare la chiusura di queste società alla pirateria è dunque risibile, e i "ragazzini industriosi" almeno in questo caso sono totalmente innocenti.
# - postato da AndreaP - 03 April 2010 [00:55]
Ricordo benissimo l'articolo su Vg con quella foto del pretore Sorrentino e la condanna alla collana da edicola pirata. Fu la prima volta che capii effettivamente cos'era la pirateria da edicola. C'é da dire che in barba al pretore le collane da edicola pirata dilagarono ancora per anni. Non sapevo invece dell'esistenza delle liste di software diffuse fra i pirati che dicevano agli stessi cosa non bisognava piratare per non avere guai. Alla fine insomma dal pretore Sorrentino impararono solo i pirati.
# - postato da COMMODORO - 06 May 2010 [14:03]
Ehm.. non so come dirlo.. ma sono stato io a scrivere quella lettera.. ;-)
# - postato da Mr.Killer_Soft - 20 April 2016 [02:49]
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