C64 & Pirateria #02: Oltre le Edicole (CCC 37 -1986, Dicembre)

Autore: Roberto - Pubblicato il 31-03-2010.
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Tratto da Commodore Computer Club 37, pp. 63,64 e 65

Dall'home computer all'MS-Dos la pirateria dilaga come un morbo incurabile

Ricordiamo, ai nuovi lettori, che Commodore Computer Club tratta, di tanto in tanto, argomenti legati alla pirateria per far conoscere particolari del fenomeno assai diffuso.
Nell'articolo di settembre si è parlato soprattutto della "pirateria da edicola". In questo numero vedremo di ampliare il discorso dal momento che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le edicole non sono l'unico punto di "spaccio" di cassette o dischi contenenti programmi copiati.

I negozi

Molti di voi si saranno senz'altro accorti delle straordinarie offerte che alcuni negozi di computer fanno ai propri clienti.

I più onesti si limitano a duplicare le cassette originali per poi rivenderle come tali ad un prezzo più competitivo oppure, brutalmente, a prezzo pieno.
Quelli più furbi propongono il "sistema abbonamento" che, a seconda del negozio, dà diritto a ricevere copie dei migliori programmi in circolazione pagando semplicemente una quota mensile o annuale.

I più spudorati, oltre alle attività di cui sopra, creano raccolte (Mixage) che fanno diminuire ulteriormente il prezzo unitario dei singoli programmi.

E se le cose vanno per il verso giusto i negozi possono mettere in piedi addirittura una rivista su cassetta venduta in edicola.

Tra i tanti negozi che adottano questi sistemi, ve ne sono alcuni che ci mettono in enorme imbarazzo a causa della pubblicità che compare sulle nostre stesse riviste e che ha suscitato i salaci commenti di alcuni lettori che ci accusano (tra gli epiteti riferibili) di "ambiguità". Se non altro non ci nascondiamo dietro un dito, come fanno altri, né il fenomeno si attenuerebbe se, eroicamente, ci rifiutassimo di accettare inserzionisti in "odore" di pirateria!

Le reti radiotelevisive

Anche alcune stazioni radio televisive, che "coprono" il territorio nazionale, hanno contribuito, magari inconsapevolmente (?), alla diffusione di programmi di dubbia provenienza. Ci limiteremo a ricordare che una Società distributrice di cassette in edicola, quando ancora era ai primi numeri, forniva i programmi da trasmettere, tramite radio, agli utenti in ascolto.

Per far capire quanto sia dubbia l'originalità dei programmi allora offerti, basti pensare che la stessa Società, per alcuni suoi giochi, utilizzava, senza autorizzazione alcuna da parte delle altre case editrici, anche listati pubblicati sulle riviste di settore. Uno di questi è il gioco per VIC20 "La ribellione", il cui listato, dal nome "Sing Sing", era apparso su PaperSoft n.19 e pubblicato il mese dopo su una rivista della stessa Società (che ci ostiniamo a non nominare), dalla quale attingeva i programmi da trasmettere via radio.

La Società di cui sopra, grazie alla pubblicità indiretta ricevuta per aver offerto programmi alla rete radiotelevisiva, ha più che raddoppiato la propria presenza in edicola.

Gli Utenti

Il fenomeno della pirateria è però molto diffuso anche tra gli stessi utenti, specie se giovanissimi, che hanno trovato un efficace sistema per arrotondare la mancia settimanale dei genitori.

Il gioco è molto semplice: basta infatti mettere qualche annuncio (gratuito) di qua e di là, e il futuro acquirente, se interessato, risponderà con tanti bei soldoni. Anche qui vige però la legge del mercato: chi più offre, al prezzo più basso, avrà l'incasso più elevato.

Da un punto di vista strettamente legale anche quest'ultimo è un modo poco ortodosso di diffusione del software, al pari, almeno, di un certo utilizzo delle fotocopie. Si pensi infatti alle normali musicassette (e, ora, anche videocassette) che ancora oggi, nonostante leggi specifiche, hanno un mercato clandestino (praticato alla luce del sole!) con un giro d'affari non indifferente.

Ritornando al campo informatico, sappiamo benissimo che ogni utente, sufficientemente "sveglio", dopo circa sei mesi dall'acquisto del computer può già disporre di centinaia di programmi, la maggior parte dei quali avuti tramite il mercato clandestino.

In linea di massima anche noi siamo favorevoli allo scambio dei programmi da parte degli utenti, e lo dimostra il fatto che più di una volta abbiamo dedicato pagine della nostra rivista proprio agli annunci di scambi, purché non abbiano fine di lucro.

II reato, infatti, si configura soprattutto se le copie vengono eseguite per speculazione: quindi (senza esagerare!), potete scambiare tranquillamente i programmi come fareste con normali figurine.

Se poi siete in gamba e avete molti amici su cui contare, potete anche promuovere un club (vedi C.C.C. n.21) per beneficiare dei relativi vantaggi, tra i quali un continuo aggiornamento.

Vogliamo ricordare che spesso i club usufruiscono di particolari sconti presso i rivenditori; se, poi, avete bisogno di pubblicizzare, gratuitamente, la costituzione della vostra associazione, basta che compiliate la scheda che spesso compare sulla nostra rivista.

Il gioco più copiato

Per i nostri più assidui lettori non sarà certo difficile immaginare di che cosa abbiamo intenzione di parlare: si tratta infatti di un nostro gioco comparso in edicola qualche tempo fa insieme ad una eccezionale utility che permetteva di far parlare il C/64 grazie ad un nuovo comando basic.

La cassetta chiamata "La Voce 2" costava 12.000 lire, e fatti i doverosi calcoli, ci si rende conto che per due programmi del genere la cifra ha del ridicolo, ma nonostante ciò...

Dopo circa tre mesi ecco l'immancabile Società che torna alla carica, e dal momento che ha già preso una bastonata dalla Jackson (sempre per questioni di furto), ha deciso di cambiare editore copiando il nostro gioco "Mezzogiorno di Fuoco".

A questo punto vorremmo spendere due parole su questa fantomatica, quanto inesistente società di ladri a responsabilità limitatissima.

1) La Società di cui stiamo parlando altri non è se non quella presente in edicola con giornali di enigmistica (che copino anche quelli?).

2) A questa stessa società è venuta la brillante idea di commercializzare cassette pirata tramite le edicole (ricordate la prima cassetta in assoluto che comparve in edicola? Era proprio di questa Società ed era destinata agli utenti di VIC20 e Spectrum).

3) La Società di cui sopra (come gli altri ladri da edicola), continua ad espandere le proprie testate con un ritmo tale che finirà per scoraggiare quei pochi che cercano di sopravvivere nonostante la concorrenza sleale (vedi la prematura scomparsa della rivista su cassetta AMICOBIT).

Purtroppo le parole servono a ben poco senza opportune leggi a supportarle, e così si verifica il secondo furto: Se la S... è milanese, ecco che arrivano i romani: è infatti la P.... che con qualche settimana di ritardo dal furto della S... (sarà per via della distribuzione), pubblica sulla sua cassetta il nostro gioco (evidentemente era piaciuto!). Ma non c'è due senza tre...

Ci mancava infatti la L.... che avendo forse uno spazio vuoto sulla propia cassetta, decide di riempirlo con il nostro gioco ritenendo forse che noi facciamo i giochi per gli altri.

Il campo professionale

Da un po' di tempo, non contenti di controllare solo le pubblicazioni presenti in edicola, stiamo entrando nei negozi per cercare di scoprire notizie varie inerenti la copiatura illecita dei programmi.

Eravamo già al corrente, infatti, che molti negozi, tra cui (ahinoi) quelli convenzionati con centri di distribuzione molto, molto seri, vendevano copie pirata. Ma volevamo verificare se anche peri computer professionali (quali MS/DOS, IBM compatibili, Amiga, Atari ed altri), ci fosse un mercato "parallelo".

Armati della nostra consueta pazienza, abbiamo girato mezza Milano, in incognito, spacciandoci, a seconda dell'aspetto fisico (giovanissimi smanettoni o maturi professionisti) come potenziali acquirenti di un sistema "superiore".

L'impresa è riuscita perfettamente fornendo risultati decisamente impressionanti.
Qualche rivenditore ci ha offerto liste di programmi per IBM facendoci chiaramente capire che non si trattava di copie ufficiali in quanto i prezzi praticati erano molto al di sotto di quelli di listino. L'ultimo prezzo viene in genere definito al momento dell'acquisto, in base anche alla quantità e al tipo di programmi richiesti.

Altri negozianti si sono anche resi disponibili a copiare programmi di qualsiasi tipo "su ordinazione", ma per il manuale dovevamo arrangiarci. Altri ancora, non volendo rischiare troppo, hanno preferito il sistema "omaggio all'acquisto": nessuno sconto sull'hardware ma, in caso di acquisto, qualche copia gratis come dimostrazione di buona volontà.

Per chi non è "del giro", comunque, trovare software copiato per computer professionali può risultare più difficile che per il C/64; è però sufficiente la conoscenza casuale di un solo smanettone (e ormai ve ne sono tanti, specialmente tra gli studenti di facoltà scientifiche o tecniche) per trovare qualsiasi programma ad un prezzo più che accessibile, se non addirittura regalato.

C'è da considerare che la pirateria nel campo professionale è favorita, paradossalmente, dall'alto prezzo del software DOC: difficilmente si è propensi a spendere dalle 300 mila al milione di lire per un singolo programma, purché originale!

Inoltre molti potenziali utenti, stanchi del proprio home computer, non passano ad un sistema superiore a causa delle cifre "ufficiali" necessarie per procurarsi i programmi. Ma un po' per volta si diffonde la notizia secondo cui i programmi copiati girano anche tra questi computer, e le potenzialità del mercato, almeno per ciò che riguarda l'hardware, si incrementano: se l'informatica, in generale, perde dal lato soft, compensa le perdite dal lato hard, pur se la media aritmetica non è di certo consolante per le software house che vivono di soli programmi.

Riteniamo tuttavia che nonostante l'ottima fattura dei complessi programmi che girano sui sistemi professionali, bisognerebbe abbassarne il prezzo di vendita puntando sulla quantità venduta. A tal proposito sembra che (su informazione di un rivenditore), una importante azienda di hardware abbia intenzione di praticare notevoli sconti (fino al 30%) sui propri programmi agli studenti che frequentano l'università e che siano interessati all'acquisto di un sistema professionale.